giovedì, Maggio 2, 2024
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D’Annunzio spa: anche la Camera di Commercio oggi darà il «via libera»

L’aeroporto di Montichiari

La nascita della nuova società di gestione dell’aeroporto «D’Annunzio» di Montichiari prosegue il suo percorso e questo pomeriggio, alle 16, toccherà al direttivo della Camera di commercio di Brescia pronunciarsi sulla proposta avanzata dai dirigenti del «Catullo» di Verona. Una proposta che è prima stata presentata al Consiglio provinciale, che lunedì scorso l’ha approvata all’unanimità con alcune raccomandazioni, e che, dopo il passaggio in Camera di Commercio, tornerà all’assemblea generale della «Catullo spa» lunedì. Quali altri ostacoli possono esservi sul cammino di questa delibera veronese che sancirà lo scorporo dall’aeroporto Valerio Catullo del ramo di azienda relativo allo scalo di Montichiari? Qualche socio della «Catullo spa» porrà obiezioni insormontabili? Si è esaurito il fuoco di sbarramento del Comune di Verona, che non era d’accordo su questo scorporo? Sono domande che troveranno risposta definitiva solo lunedì, ma le recenti dichiarazioni dei dirigenti del Catullo, della Provincia e della Camera di Commercio bresciane sembrano volte all’ottimismo. Sembrano profilarsi solo ostacoli economici, ma superabili, e le parole pronunciate venti giorni fa da Fernando Sanson, presidente della «Catullo spa», ai Rotary – «spero vivamente che l’assemblea del Catullo approvi all’unanimità questa nostra proposta» -, sembrano prendere forma reale. Lo stesso presidente della Camera di commercio, Francesco Bettoni, si dichiara ottimista e aggiunge che «noi bresciani vogliamo con forza questo accordo, che significa dar peso alla nostra autonomia e questo primo passo è essenziale per dar fiducia ai nuovi partners tecnici e imprenditoriali». Si complimenta quindi col Consiglio provinciale che ha approvato all’unanimità l’adesione alla proposta veronese e allo statuto che determina la nascita dell’«Aeroporto Gabriele D’Annunzio spa». Ma Bettoni non dimentica che il punto sulle «linee guida» per lo scorporo d’azienda, il quale recita che «deve essere assicurato da parte degli Enti bresciani, che partecipano alla costituzione della nuova società il previo adempimento integrale degli obblighi assunti nei confronti della società Valerio Catullo con il versamento della residua somma a fondo perduto di 5 miliardi (di lire) alla Catullo stessa». «Quei soldi sono a bilancio già da tempo – spiega Bettoni – e li verseremo in base agli accordi». Ammonta quindi a nove miliardi e mezzo di lire (4 milioni e 906 mila euro) il totale che Provincia e Camera di Commercio dovranno presto versare alla Catullo, tenendo conto che la nuova società D’Annunzio vale circa 30 miliardi e il 15% corrisponde a 4,5 miliardi. Fondi da versare per il futuro di un aeroporto che, a causa soprattutto del mancato riconoscimento dei contributi statali a copertura delle spese per i vigili del fuoco e il controllo aereo, ha sopportato finora perdite per circa 25 miliardi. Uno scalo che ha un futuro sicuro nel trasporto merci e che solo a partire dal 2003 inizierà a generare ricavi, «in quanto solo in tale esercizio entrerà in funzione l’hangar merci», si legge nei presupposti d’intesa per lo scorporo. Prima di quella data serviranno partners coraggiosi, che credono in quell’investimento, poiché, come recita l’articolo 37 della nuova D’Annunzio spa, «in caso di collocamento di azioni sul mercato, all’azionariato diffuso sarà riservata una quota non inferiore al 20% del capitale sociale». Un auspicio che il Consiglio provinciale ha sottoscritto all’unanimità come necessario, «con la prospettiva di coinvolgere anche i Comuni che ruotano attorno all’aeroporto», un passo inevitabile che anche la Camera di Commercio ha più volte sollecitato con vigore.

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