venerdì, Maggio 3, 2024
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Oggi Comuni e Provincia, che però non versa più quote e fondi, rinnovano il consiglio. Mantenere la gestione di collettore e acquedotti o privatizzare tutto?

L’Azienda gardesana servizi al bivio sulla scelta delle strategie

Comuni lacustri e Provincia sono chiamati a nominare il nuovo Consiglio di amministrazione dell’Azienda gardesana servizi. Un’assemblea quella convocata per questo pomeriggio alle 17 che nello stesso tempo sarà impegnata a fare chiarezza sulla strada da seguire per la gestione del ciclo integrato delle acque. Due le filosofie a confronto. Quella che è stata perseguita dal Consiglio uscente e cioè orientata alla costituzione di un’azienda di gestione del servizio di collettamento della fognatura, di depurazione e di distribuzione dell’acqua potabile, operante principalmente nei paesi gardesani. Indirizzo questo imboccato da tempo per arrivare, anche a livello di autorità, a costituire quell’ambito territoriale interregionale ottimale del lago di Garda, in materia di risorse idriche, già sottoscritto con un protocollo d’intesa ancora nel 1998 tra le Province di Brescia, Mantova e Verona. Documento che di fatto recepiva quanto tra l’altro indicato anche dalla «Carta europea dell’acqua», ossia come la «Gestione delle risorse idriche dovrebbe essere inquadrata nel bacino naturale piuttosto che entro frontiere amministrative e politiche». Indirizzo contrastato da chi invece ritiene al momento di lasciare le cose come stanno in attesa che i Comuni, arrivino gradualmente e singolarmente a privatizzare i servizi pubblici locali. Ma con il rischio trattandosi di piccoli Comuni, che tali servizi – sostiene chi non è d’accordo con questa linea – prima o poi vengano assorbiti da grandi aziende ex municipalizzate che operano al di fuori dell’ambito territoriale. Un business appetibile in quanto sulla sponda veronese del Garda assommerebbe a qualche cosa come una cinquantina di miliardi. Tra gli altri problemi che il neo consiglio d’amministrazione sarà chiamato a risolvere è la situazione contributiva della Provincia. Socia al 16 per cento, da anni però ha sospeso ogni versamento, anche delle quote dovute in quanto corrispondenti a investimenti e quindi a capitalizzazione aziendale. «Si pone quindi sul piano morale una questione di legittimità», viene detto nella lettera inviata dal presidente del Consiglio d’amministrazione uscente ai sindaci lacustri e allo stesso Aleardo Merlin. «Finché non chiarisce la propria posizione non sarebbe opportuno», sostiene l’ing. Fabrizio Zanetti, «che la Provincia si astenesse dal partecipare a decisioni riguardanti l’Azienda?» Un messaggio preciso che chiama la Provincia a chiarire la propria posizione.

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