sabato, Luglio 27, 2024
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È iniziato anche un lavoro di pulizia dell’alveo per ripristinare la funzionalità idraulica del corso d’acqua della valle dei Molini. Il Genio civile replica alle critiche degli ambientalisti sui lavori al torrente

«Le briglie non danneggiano il Gusa»

Le briglie messe al Gusa-Tesina nella Valle dei Molini sono «faraoniche». Il lavoro è finito, mancano solo alcuni ritocchi che saranno fatti entro l’estate. La manutenzione ordinaria dell’alveo è iniziata invece la scorsa settimana. Lo annunciano i responsabili degli uffici dell’unità operativa del Genio civile di Verona che, a prescindere dalle lamentele fatte da alcuni cittadini, fanno sapere che tale sistemazione idraulica è importantissima e, appunto, di vitale importanza.«La nostra indagine idraulica che risale al 2000 ha confermato lo stato di criticità del Gusa, soprattutto nel tratto che riguarda il centro abitato di Garda dove, in corrispondenza di alcuni ponticelli e data la presenza di sezioni idriche molto ridotte, si erano proposte alcune ipotesi progettuali finalizzate a garantire un adeguato margine di sicurezza», ricorda Claudio Moscardo direttore dei lavori. «Infatti nel 1992, l’onda di piena causò tracimazioni e l’allagamento del centro con pericoli per l’incolumità pubblica e ingenti danni ai fabbricati». Continua: «La soluzione più adeguata risultò costruire le tre vasche di laminazione con briglie», spiega, «che, come rilevato dalla relazione di screening di incidenza ambientale redatta da un professionista esterno, da noi approvata e spedita al Ministero dell’ambiente e tutela del territorio, non produce impatto negativo né sulla flora né sulla fauna presente», dice riferendosi al ricorso presentato da Legambiente in merito alla presenza di un sito di interesse comunitario (Sic).A Francesca Dall’Ora, che vive qui e a dicembre s’è laureata a Padova in scienze naturali con la tesi «Valutazione delle qualità ambientali e paesaggistiche del torrente Tesina-Gusa nel sito Sic It3210007», Paolo Marchetti, responsabile del servizio tecnico del Genio, risponde: «I nostri uffici sono sempre aperti a un confronto, comunque i nostri interlocutori sono e devono essere quelli previsti dalla legge». E Luigino Gonzato, direttore operativo dei lavori: «Mentre stavamo iniziando a lavorare andai personalmente a cercare la signorina Dall’Ora per un colloquio e per cercare di fare capire a lei e agli altri cittadini le nostre intenzioni, ma non riuscii mai a trovarla. Siamo comunque ancora qui per discutere».Intanto non si torna indietro. «Il lavoro è indispensabile», ribadisce Moscardo, «dato che la portata massima del Gusa nel tratto che attraversa l’abitato è di circa 43 metri cubi al secondo, riferito a tempi di ritorno di 50 anni. Tale sezione può smaltirne circa 30 per cui le vasche hanno il compito, oltre che di favorire la sedimentazione del materiale ostruente, di trattenere i restanti metri cubi, facendoli defluire lentamente tramite le feritoie centrali».È partito il lavoro di espurgo e rimozione della vegetazione infestante e delle immondizie presenti in alveo, «fatto per ripristinare la funzionalità idraulica», dice Gonzato. I lavori sono già stati consegnati ad una ditta esterna: «Inizieranno da Garda per andare verso monte fino alle briglie». Il costo dell’intervento è di circa 40mila euro. I tecnici assicurano che non riguarderà il punto dove si trovano le cascatelle naturali in travertino, roccia originata dall’incrostazione di muschi e sostanze vegetali «habitat protetto a livello europeo», secondo Dall’Ora.Costerà invece 100mila completare l’opera: «Il completamento non prevede interventi strutturali. Interverremo per proteggere la scarpata dall’erosione ponendo massi ciclopici di pietra locale in sagoma sulla sinistra idraulica», dice Marchetti, «la scarpata sarà piantumata con talee e tornerà verde». Il Genio sta poi accordandosi col Comune per porre un parapetto sulla strada che corre in aderenza al torrente «un guard rail che risponde alla normativa stradale rivestito in legno dall’aspetto estetico gradevole», assicura Marchetti.Nel punto in cui l’alveo del fiume, oltre le briglie, è spesso occupato da auto «potremo porre dei massi, come suggerito da Dall’Ora», dicono negli uffici, «il cartello sarà tolto appena fatto tutto questo, la cura del sentiero spetta invece al Comune».

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