«La legge interregionale sulla navigazione del lago di Garda va modificata e integrata. È ormai obsoleta, non risponde più alle esigenze di sicurezza e non è al passo con le innovazioni tecnologiche che si sono verificate, in questi anni, sul più grande bacino di acque interne italiano». A sostenere questa tesi sono i vertici della Comunità del Garda nel corso di un convegno sulla sicurezza della navigazione, organizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale di Torri promosso dal capogruppo della maggioranza e delegato alla Sicurezza Alessandro Brighenti. Un incontro affollato al quale erano presenti, tra gli altri, diversi sindaci, rappresentanti delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco, della protezione civile e dei subacquei.«Tra pochi giorni», anticipa Brighenti, «grazie alla collaborazione con la Comunità del Garda, distribuiremo opuscoli informativi in tre lingue sulla sicurezza della navigazione. L’obiettivo è aumentare la prevenzione per limitare gli incidenti e, soprattutto, far sì che chi si trova al timone di una imbarcazione, sia esperto che neofita, possa applicare le più elementari norme di buon senso. Già questo, di per sè, limiterebbe di molto i problemi».A fare il punto sulla disciplina vigente ci pensa il segretario generale della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa. La normativa, anagraficamente, non sarebbe molto datata: è in vigore dal 1 gennaio 2002. Però «è stata concepita molti anni prima, nel 1984. Poi è stata approvata dalla Regione Veneto nel 1989, nel 1994 è stata recepita dalla Lombardia e infine, nel 2001, dalla Provincia autonoma di Trento», spiega.Insomma, sono passati 26 anni durante i quali «il Garda è profondamente mutato e i limiti, i regolamenti e le novità, in buona parte dei casi, non sono più attuali e funzionali alla situazione odierna», sostengono Ceresa e il presidente della Comunità, Aventino Frau.E via con gli esempi: «Anni fa», illustrano, «non c’erano i kite- surf che oggi, nell’alto Garda, possono costituire un serio pericolo per i bagnanti o per le imbarcazioni, se non adeguatamente controllati e limitati entro certi appositi spazi». E ancora: «L’assenza di possibilità di controllare la velocità delle imbarcazioni, la mancanza di controllo di chi è al timone in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, nonché di una norma che regoli velocità e comportamenti delle barche in base alle condizioni meteo e al moto ondoso sono limiti della attuale legge interregionale che vanno superati».L’avvocato Virgilio Frau, che collabora con l’Ente di Gardone, spiega come la Comunità del Garda «stia redigendo una integrazione alla legge che per il suo essere di natura interregionale è difficilmente modificabile in tempi brevi perchè dovrebbe essere adottata dai due consigli regionali, quelli di Veneto e Lombardia, e dal Consiglio Provinciale di Trento».La proposta è quindi quella di «agire attraverso ordinanze regionali, uno strumento più flessibile e immediato, idoneo a raccogliere rapidamente le necessarie integrazioni che la Comunità del Garda proporrà a breve, sia alla Lombardia che al Veneto, che alla Provincia di Trento». Questo approccio eviterebbe di dover attendere altri 10 anni per la redazione e l’attivazione di una nuova legge: molto meglio, quindi, discutere di emendamenti da applicare subito con identiche ordinanze da parte degli uffici regionali
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La proposta dell’ente guidato da Aventino Frau al convegno sulla sicurezza promosso dal capogruppo di maggioranza. Brighenti: «In distribuzione un opuscolo per limitare gli incidenti» Ceresa: «Non si attenda una nuova norma, si facciano le ordinanze»