venerdì, Settembre 29, 2023
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Livelli del lago: stop agli scarichi dall’Adige

«Giovedì (domani per i let­tori) ci incon­tr­ere­mo a Verona, in Provin­cia, per trovare soluzioni omo­ge­nee — spie­ga il sin­da­co di Gar­done Riv­iera, Alessan­dro Baz­zani, ingeg­nere -. La quo­ta delle acque del Gar­da con­tin­ua a rimanere fer­ma a 173 cen­timetri. Dal Sar­ca entra­no 140 metri cubi al sec­on­do, cui bisogna aggiun­gere la por­ta­ta di tor­ren­ti come il Bar­bara­no, non mis­ura­bile. A Peschiera fuori­escono nel Min­cio 190 metri cubi. Il liv­el­lo dovrebbe com­in­cia­re a scen­dere. Purtrop­po, se si alza il ven­to e viene la lagheg­gia­ta, per il nos­tro lun­go­la­go sareb­bero guai. Negli ulti­mi anni lo abbi­amo già ricostru­ito due volte». Baz­zani e gli altri sin­daci sono infu­riati per quan­to accadu­to nei giorni scor­si, con l’aper­tu­ra del­la gal­le­ria Adi­ge-Gar­da che, per alcune ore, ha scar­i­ca­to 50 metri al sec­on­do, e suc­ces­si­va­mente 100. «Il capo del­la di Tren­to — pros­egue l’ingeg­nere — ha deciso di aprire lo scol­ma­tore sen­za avver­tire nè il Mag­is­tra­to del Po nè quel­lo di Venezia. Lo ha fat­to di sua spon­tanea inizia­ti­va (temen­do che Verona andasse a mol­lo). Poi ha com­men­ta­to: si trat­ta­va di un’e­mer­gen­za, dopo­tut­to il liv­el­lo del lago si è alza­to di appe­na 17 mil­limetri. A noi non sta bene che tren­ti­ni e veneti scarichi­no i loro prob­le­mi sul Gar­da, sen­za infor­mare chi di dovere. E che, d’es­tate, i man­to­vani usi­no il baci­no per le irrigazioni delle cam­pagne». E l’in­con­tro di cui par­liamo in aper­tu­ra? Si annun­cia come un brac­cio di fer­ro tra organ­is­mi region­ali e provin­ciali veneti da un lato, e Mag­is­tra­to alle Acque dal­l’al­tro. Lo ha orga­niz­za­to l’asses­sore provin­ciale veronese all’E­colo­gia, Camil­lo Pilati, che ha invi­ta­to organ­is­mi e autorità del Gar­da al sum­mit fis­sato alle 15 a Verona. . Il sin­da­co di Gar­done Riv­iera ha infor­ma­to il con­siglio comu­nale anche del­la ques­tione 45 bis, e del­la neces­sità di indi­vid­uare una alter­na­ti­va. «La frana di Limone, poi quel­la tra e Bogli­a­co. Ringrazi­amo il Padreter­no che non ci sia sta­to il mor­to. Con l’asses­sore provin­ciale val­uter­e­mo il da far­si». Ma tor­ni­amo ai liv­el­li. Alessan­dro Mura­ca, docente di Costruzioni idrauliche all’ di Bres­cia e con­sulente di alcu­ni comu­ni, ha già spie­ga­to che la gal­le­ria Mori-Tor­bole può con­vogliare fino a 500 metri cubi al sec­on­do, e che «l’ac­qua del­l’Adi­ge, molto più fred­da e inquina­ta, ha un trasporto soli­do notev­ole. Quan­do si deposi­ta nel Gar­da, for­ma una zona mel­mosa di fronte ai pae­si riv­ieraschi. Negli ulti­mi anni, comunque, si è pun­ta­to a man­tenere alto il liv­el­lo del lago durante l’in­ver­no, rischi­an­do qual­cosa in ter­mi­ni di piene, ma evi­tan­do esta­ti di magra. Il mas­si­mo, infat­ti, si rag­giunge nel­la tar­da pri­mav­era, in genere a mag­gio, quan­do si è attorno ai 140 cen­timetri. «Si è di fronte a un com­pro­mes­so: rischiare qual­cosa in inver­no per avere un luglio e un agos­to tran­quil­li. La soluzione potrebbe arrivare da una razion­al­iz­zazione delle risorse per l’u­so irriguo. Riducen­do il pre­lie­vo esti­vo per le cam­pagne, sarebbe pos­si­bile aumentare il deflus­so inver­nale». E i con­tinui allaga­men­ti? «Il verde con­tin­ua a diminuire. Tutte le volte che si costru­isce, a par­ità di pre­cip­i­tazioni cresce la quan­tità di sco­lo mete­ori­co. L’ac­qua non pen­e­tra più nel ter­reno. Finisce nei fiu­mi, nei fos­sati, nel lago. In alcu­ni pae­si europei, per favorire il drenag­gio, le imp­rese edili devono real­iz­zare pavi­men­tazioni porose o invasi che rac­col­go­no l’ac­qua in con­teni­tori, da scari­care nel sot­to­suo­lo appe­na fini­ta l’e­mer­gen­za. Ma tut­to ciò ha un cos­to, che va a cari­co di chi costru­isce, comunque infe­ri­ore a quel­lo paga­to dal­la col­let­tiv­ità in caso di inon­dazioni». Gui­do Maru­el­li, pres­i­dente del­l’Azien­da spe­ciale , assi­cu­ra che «la situ­azione è pesante. Siamo impeg­nati quo­tid­i­ana­mente nei con­trol­li sis­tem­ati­ci di tut­ta la rete fog­nar­ia e del col­let­tore. Insom­ma, un mon­i­tor­ag­gio min­u­to per min­u­to». Nel frat­tem­po, il con­sigliere leghista di Desen­zano Rino Pol­loni ha scrit­to al pres­i­dente del­la Repub­bli­ca, Ciampi, per sot­to­lin­eare il poco edi­f­i­cante pal­leg­gio tra autorità nel­la recente vicen­da del­la (man­ca­ta) eson­dazione del Gar­da, chieden­do a chi com­pete la respon­s­abil­ità di rego­lare la gal­le­ria di sco­lo del­l’Adi­ge.

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