Dopo un lavoro durato 15 mesi, presso la ditta specializzata di Gian Luca Chiminelli a Darfo, l’antico organo della chiesa di S.Felice è tornato a casa, lucido e splendente. E, per l’inaugurazione, il parroco (don Bruno Rossi) ha organizzato una serie di appuntamenti: si inizia questa sera alle 20.30 con un concerto di Umberto Forni; domani, alle 10.30, messa solenne con il coro locale; sabato 6 novembre, alle 20.30, concerto di Alessandro Foresti; il 20 novembre, alle 20.45, la “Missa brevis”, con banda e coro. Il professor Flavio Dassenno, l’esperto chiamato a gestire l’operazione, aveva spiegato alla popolazione che lo strumento era piuttosto malandato, e suonava al 25-30% delle sue potenzialità. L’anziano organista (Dino Florioli, papà di Ambrogio, l’ex sindaco) e il suo aiutante faticavano a cavare musiche armoniose e solenni. Il timbro era insomma diventato flebile e malinconico. L’organo di S.Felice, a due tastiere, è importante per capire l’influenza dell’artigianato gardesano-veronese nella provincia di Brescia. Tra l’altro possiede molte stratificazioni storiche, con alcune canne della fine del ‘500 risalenti a bottega antegnatiana. E’ opera del veronese Gaetano Zanfretta (periodo 1894-97), che ha utilizzato parti del precedente Montesanti del 1820, situato nella vecchia chiesa. E’ composto da diecimila pezzi, che sono stati accuratamente smontati e rimessi in sesto. I tarli, poi, avevano scavato gallerie nelle assi. Il restauro dell’organo è costato 160mila euro, più oneri accessori per altri 20mila. Finora la gente ha coperto, con proprie offerte, il 40% delle spese. Ma di sicuro, ascoltando il nuovo suono, le 600 famiglie del paese si daranno da fare per dare una mano. Il Comitato operativo, composto da don Bruno Rossi, dall’avvocato Ambrogio Florioli, dallo storico Pierluigi Mazzoldi, da Mario Rosina, ex direttore di banca, Giampiero Baccolo, Stefano Borghi, Piera Bertanza e Rinaldo Turra, direttore del coro, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione, ricordando che i contributi sono detraibili fiscalmente. E ha invitato gli abitanti di tutte le contrade (Montanera, Palada, Posa, Marsenacc, ecc.) ad «adottare» o «comprare» una canna. «Se i nostri avi – osservano quelli del Comitato – ci hanno fatto dono di una simile opera, possiamo noi ignorare tale generosità? La popolazione di S.Felice darà sicuramente una mano. E in futuro potremo godere appieno di quel suono che ha reso ancora più solenni le messe, che ha accolto spose commosse e, nel dolore, ha accompagnato per l’ultimo saluto chi ci ha lasciato».
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Per festeggiare la fine del restauro, in chiesa da stasera una serie di concerti. Il comitato lancia una sottoscrizione: «Adottate una canna dello strumento»