venerdì, Giugno 2, 2023
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Luigi Pizzini, il pittore che ha saputo raccontare il paesaggio gardesano

Un’oc­ca­sione imperdi­bile per conoscere e apprez­zare la vita e l’opera di Lui­gi Pizzi­ni (1884–1977), uno dei mag­giori pit­tori altog­a­rde­sani del Nove­cen­to, è offer­ta dal­la mostra “Lui­gi Pizzi­ni. Dal ritrat­to al pae­sag­gio”, che si inau­gu­ra saba­to 25 mar­zo 2023 pres­so il di Riva del Gar­da e la Casa degli Artisti Gia­co­mo Vit­tone di Canale di Ten­no.

La mostra, cura­ta da Rober­ta Bonaz­za e Mat­teo Rapanà, è il frut­to di un prog­et­to pluri­en­nale di ricer­ca, cen­si­men­to e val­oriz­zazione delle opere di Pizzi­ni, real­iz­za­to dal con il coin­vol­gi­men­to del­la comu­nità locale e delle isti­tuzioni di rifer­i­men­to. Saran­no esposte un’ot­tan­ti­na di opere, alcune già note, altre invece poco conosciute e indi­vid­u­ate pres­so collezion­isti pri­vati, che tes­ti­mo­ni­ano la ver­sa­til­ità e la sen­si­bil­ità pit­tor­i­ca di Pizzi­ni, capace di con­frontar­si con l’arte nel­la sua accezione più alta e aut­en­ti­ca, in dial­o­go con i gran­di pit­tori ital­iani del suo tem­po.

Nato a Riva del Gar­da l’11 set­tem­bre 1884, Lui­gi Pizzi­ni si iscrive all’età di 14 anni all’Ac­cad­e­mia di Belle Arti di Brera, ded­i­can­dosi prin­ci­pal­mente alla pro­duzione di ritrat­ti. Nel 1909 si trasferisce sul­l’iso­la di Bura­no dove vive fino al 1913: si trat­ta di una fase di pro­fon­do coin­vol­gi­men­to emo­ti­vo e cul­tur­ale per Pizzi­ni, dove la fre­quen­tazione di artisti come Umber­to Mog­gi­oli, Arturo Mar­ti­ni, Gino Rossi e Tul­lio Gar­bari apre la sua pit­tura alla valen­za asso­lu­ta di luce-col­ore, che carat­ter­izzerà trasver­salmente tut­ta la sua pro­duzione. Sta­bil­i­tosi tem­po­ranea­mente a Firen­ze fra il 1915–1916, si inter­es­sa di car­tografia e sto­ria mil­itare, dis­eg­nan­do alcune carte di avi­azione per la fab­bri­ca Caproni. Rien­tra­to sta­bil­mente a Riva nel 1919, si ded­i­ca all’in­seg­na­men­to pres­so le scuole Tec­niche e poi alla scuo­la di Avvi­a­men­to e par­al­le­la­mente all’at­tiv­ità di pit­tore. La sua pro­duzione si riv­olge prin­ci­pal­mente ai temi del pae­sag­gio garde­sano e dolomiti­co, con alcu­ni sogget­ti ricor­ren­ti quali il Bro­lio, il , la valle del Sar­ca. Negli ulti­mi anni, l’indagine pit­tor­i­ca si focal­iz­za invece su alcu­ni det­tagli del pae­sag­gio, come le acque e roc­ce, i boschi, le nature morte, resti­tu­iti attra­ver­so una pit­tura pas­tosa, materi­ca­mente più cor­posa e preziosa.

Il per­cor­so espos­i­ti­vo allesti­to pres­so il Museo di Riva del Gar­da vuole indi­vid­uare alcu­ni pre­cisi filoni nar­ra­tivi all’in­ter­no del­la ster­mi­na­ta pro­duzione artis­ti­ca di Lui­gi Pizzi­ni, sof­fer­man­dosi tut­tavia su due pre­cisi temi: il ritrat­to e il rap­por­to tra il pit­tore e la “sua” Riva del Gar­da. La pri­ma sezione del­la mostra è ded­i­ca­ta agli esor­di del pit­tore rivano, a par­tire dal suo trasfer­i­men­to all’Ac­cad­e­mia di Brera a . A quel peri­o­do appar­tiene un Autori­trat­to, real­iz­za­to nel 1899, dal­la pen­nel­la­ta cor­posa e vivace. Di poco suc­ces­sivi sono i ritrat­ti ese­gui­ti da Pizzi­ni dopo il rien­tro a Riva nel 1903 raf­fig­u­ran­ti famil­iari e per­son­ag­gi del­la ben­es­tante nobiltà rivana, a tes­ti­mo­ni­an­za del­l’a­bil­ità del pit­tore nel­la ritrat­tis­ti­ca, tradizione cara all’ac­cad­e­mia milanese. Da questo filone si dis­tingue un’­opera di sogget­to sacro, Cro­ci­fis­so, data­ta 1898 ed espos­ta al pub­bli­co per la pri­ma vol­ta. Il peri­o­do di Bura­no (1909–1913), vero e pro­prio momen­to di svol­ta nel­la car­ri­era artis­ti­ca di Lui­gi Pizzi­ni è l’ele­men­to cen­trale del­la sec­on­da sezione. Pres­so l’iso­la lagunare, l’in­con­tro con Gino Rossi, Lui­gi Scopinich, Pio Semegh­i­ni e Umber­to Mog­gi­oli, trasfor­ma rad­i­cal­mente il lin­guag­gio artis­ti­co del pit­tore rivano che inizia ad uti­liz­zare il col­ore in maniera cor­ag­giosa e con una lib­ertà espres­si­va lon­tana dai mod­el­li acca­d­e­mi­ci. A tes­ti­mo­ni­an­za di questo peri­o­do sono esposti una serie di ritrat­ti di quel peri­o­do ded­i­cati a un’u­man­ità emar­gina­ta, come nel caso de L’id­io­ta (1909 e 1912), ese­gui­ta in più ver­sioni, La veneziana (1911) e Il cieco (1912). La terza e ulti­ma sezione, infine, vuole appro­fondire il rap­por­to tra Lui­gi Pizzi­ni e Riva del Gar­da: il pae­sag­gio del dip­in­to e inter­pre­ta­to da dif­fer­en­ti prospet­tive diven­ta la map­pa che Pizzi­ni ricom­pone con col­ori pas­tosi e pen­nel­late flu­en­ti: il lago, la Roc­ca e i gia­r­di­ni del Bro­lio sono i luoghi del quo­tid­i­ano che accom­pa­g­nano il pit­tore per tut­ta la vita, fino alla sma­te­ri­al­iz­zazione dei con­torni degli anni Ses­san­ta, tes­ti­mo­ni­a­ta delle serie Acque e Boschi.

I vagabondag­gi pit­tori­ci di Lui­gi Pizzi­ni, con tavoloz­za e pen­nel­li in spal­la, sono alla base dei tan­ti pae­sag­gi dip­in­ti rig­orosa­mente all’aper­to. Nelle sale del­la Casa degli Artisti Gia­co­mo Vit­tone di Canale di Ten­no saran­no esposti i dip­in­ti di pae­sag­gio che anno­tano i per­cor­si di Lui­gi Pizzi­ni: lo stra­pi­om­bare del­la Roc­chet­ta nel lago di Gar­da, l’in­gom­bro del monte Mis­one nel­la piana delle Giu­di­carie este­ri­ori, il ton­do turch­ese del lago di Ten­no e l’el­e­var­si del­la rupe del castel­lo di Arco. Il lavoro sul pae­sag­gio diven­ta, nel tem­po, pre­pon­der­ante per Lui­gi Pizzi­ni, che dipinge i luoghi con lib­er­tà espres­si­va, ma sem­pre anco­ran­doli a ele­men­ti mor­fo­logi­ci riconosci­bili. Le pia­nure, le alture, le mon­tagne, i cor­si d’ac­qua, gli spec­chi d’ac­qua, i boschi, i gran­di pla­tani al Bro­lio trovano spazio aper­to nel­l’indagine visi­va che Pizzi­ni ded­i­ca alla natu­ra. Una natu­ra che accoglie le sue immag­i­nazioni pit­toriche, fino alla fine, quan­do il gesto pit­tori­co si spinge nel­l’in­forme pae­sag­gio delle ultime opere, dove l’i­den­ti­fi­cazione con i luoghi è totale. Alla casa degli Artisti, accan­to ai molti pae­sag­gi, sarà allesti­ta una sezione ded­i­ca­ta al tema del fem­minile. Sono almeno quat­tro le opere che Lui­gi Pizzi­ni ded­i­cate alla Nasci­ta di Venere, più una serie di dis­eg­ni prepara­tori. La pri­ma è del 1935 e l’ul­ti­ma del 1965: un arco di tem­po che dimostra come per Pizzi­ni il tema fos­se sen­ti­to. Nascono sem­pre dal­l’ac­qua, ele­men­to dal quale il pit­tore trae le forze immag­i­nan­ti. L’ac­qua che scorre, che si incres­pa con il ven­to, che ondeg­gia qui­eta. L’ac­qua che Pizzi­ni guar­da ogni giorno dal­la torre del Bargel­lo, dove, dal ‘chiu­so’ del­lo stu­dio in Roc­ca, può spalan­care lo sguar­do sull’‘aperto’ del lago, ispi­razione di tan­ti cap­ola­vori. Una sezione che rac­con­ta un ter­zo pae­sag­gio di Pizzi­ni, poet­i­co e fan­ta­sioso.

Nelle sale degli Avvolti e delle Lunette il Grup­po Ami­ci del­l’Arte di Riva del Gar­da ricor­da Lui­gi Pizzi­ni, fonda­tore del grup­po insieme a Gia­co­mo Vit­tone nel 1946, con una serie di opere ded­i­cate al pit­tore e alla sua “immag­i­nazione come ”.

La mostra “Lui­gi Pizzi­ni. Dal ritrat­to al pae­sag­gio” sarà vis­itabile fino al 30 giug­no 2023, con orari e modal­ità di acces­so da ver­i­fi­care sul sito del Museo Alto Gar­da (www.museoaltogarda.it). La mostra è accom­pa­g­na­ta da un cat­a­l­o­go edi­to da Sil­vana Edi­to­ri­ale, che rac­coglie i con­tribu­ti di Rober­ta Bonaz­za, Mat­teo Rapanà, Francesca Rossi e Alessan­dro Zani­ni, oltre a una ric­ca doc­u­men­tazione fotografi­ca delle opere esposte.

Per chi volesse appro­fondire la conoscen­za del­l’artista e delle sue opere, il Museo Alto Gar­da ha cre­ato anche un archiv­io dig­i­tale ded­i­ca­to a Lui­gi Pizzi­ni, con­sulta­bile pres­so il Museo di Riva del Gar­da. L’archiv­io con­tiene le schede rel­a­tive a oltre mille opere del pit­tore, prove­ni­en­ti da collezioni pub­bliche e pri­vate, con dati tec­ni­ci, notizie su espo­sizioni, rifer­i­men­ti bib­li­ografi­ci e immag­i­ni. L’archiv­io è il risul­ta­to di un prog­et­to di ricer­ca e cen­si­men­to avvi­a­to nel 2021 dal Museo Alto Gar­da, che ha coin­volto isti­tuzioni pub­bliche e pri­vati cit­ta­di­ni che han­no mes­so a dis­po­sizione le pro­prie opere per la cat­a­logazione. Il prog­et­to è anco­ra aper­to a nuove seg­nalazioni e con­tribu­ti da parte dei pro­pri­etari di opere di Pizzi­ni non anco­ra cat­a­lo­gate, che pos­sono con­tattare il Museo tramite tele­fono o e‑mail (0464 573862 – info@museoaltogarda.it).

Lui­gi Pizzi­ni è sta­to un artista impor­tante e apprez­za­to, che ha saputo rac­con­tare con grande sen­si­bil­ità pit­tor­i­ca la bellez­za e la tipic­ità del pae­sag­gio garde­sano. La mostra “Lui­gi Pizzi­ni. Dal ritrat­to al pae­sag­gio” è un’oc­ca­sione imperdi­bile per conoscere e apprez­zare la sua vita e la sua opera, in dial­o­go con i gran­di pit­tori ital­iani del suo tem­po e rag­giun­gen­do esi­ti di grande per­son­al­ità, maes­tria e inten­sità.

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