giovedì, Maggio 2, 2024
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Grazie all’interessamento del sottosegretario Molgora è stato assegnato al lago di Garda. Sequestrato agli scafisti albanesi è attrezzato come un’ambulanza

Maxigommone per la Croce rossa

È una storia che fa riflettere, in un mondo come il nostro, con tanti tragici momenti da raccontare, quella ma è una storia che dà speranza. Il 7 giugno 2003, nelle acque del canale d’Otranto, veniva fermata dalla squadra operativa navale della Guardia di Finanza di Taranto un gommone d’altura, usato da scafisti albanesi senza scrupoli, per il trasporto illegale di droga, armi e persone. Quello stesso mezzo, che altrimenti sarebbe stato distrutto è stato richiesto dal Comitato Provinciale di Brescia della Croce Rossa Italiana per poterlo utilizzare come mezzo di soccorso sulle acque del Lago di Garda, troppe volte teatro funesto di incidenti e morti, che spesso si potrebbero evitare con un mezzo di soccorso sanitario adeguato. Grazie al determinato intervento del parlamentare Daniele Molgora, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, quel mezzo è stato assegnato dalla Procura della Repubblica di Lecce, alla Croce Rossa della provincia di Brescia. Dopo un viaggio di più di 1000 km, in uno scenario ben lontano da quei litorali, il gommone è giunto nel Bresciano. Molgora ha voluto con forza questa assegnazione, confidando nelle capacità organizzative, sociali e di soccorso della Cri. Il mezzo, molto potente e veloce, può aiutare a venire a capo di alcune problematiche del Lago di Garda, dove il soccorso sanitario mancava di un mezzo dalle prestazioni adeguate per un rapido e tempestivo soccorso. Il gommone verrà allestito con una struttura per il trasporto di un paziente, di dotazioni sanitarie paragonabili a quelle delle ambulanze che svolgono l’attività di soccorso su strada e di equipaggiamenti elettronici, radar, Gps con cartografia del Garda, radio marine e per comunicazioni con il 118, attrezzature per gli operatori polivalenti di salvataggio in acqua della Croce rossa (squadra di soccorso d’elìte della Cri della provincia di Brescia: Opsa). Alla fine dunque si può affermare che un mezzo così malamente utilizzato nel passato potrà essere strumento di speranza per tutti coloro che necessiteranno di interventi di emergenza e di soccorso particolarmente rapidi nelle acque, talvolta insidiose, del Benaco.

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