lunedì, Aprile 29, 2024
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Il Comune si affida all’architetto Bozzetto, la Regione ha disposto finanziamenti

Mura scaligere, bisogna intervenire per sistemare le parti pericolanti

Dall’agosto 1996 anche il Comune fa parte dell’Associazione città murate del Veneto e proprio per questa appartenenza la Regione lo ha individuato quale tutore delle mura scaligere. Lo ha stabilito la legge 15 del giugno 2003 che offre l’opportunità ai Comuni di poter accedere ai finanziamenti per uno studio di fattibilità per la valorizzazione delle cinte murarie. La giunta comunale non ha perso tempo ed ha incaricato l’architetto Lino Vittorio Bozzetto di Peschiera del Garda (tecnico che ha elaborato analoghi lavori per altre città murate) di redigere uno studio di fattibilità per il recupero delle mura scaligere di Lazise. Per questo studio sono state preventivate spese per circa 11mila euro totalmente a carico del fondo per le progettazioni, già a bilancio di previsione. «È con grande soddisfazione che abbiamo appreso le determinazioni della Regione deliberate il 3 ottobre», spiega il sindaco Renzo Franceschini, «individuando anche il nostro Comune fra quelli meritevoli della tutela del patrimonio scaligero. I tempi molto stretti della legge e la grande esperienza dell’architetto Bozzetto ci hanno subito convinto a dare l’incarico per lo studio di fattibilità». «C’è un chiaro problema di sicurezza da rispettare, per la cinta muraria scaligera che racchiude il nostro paese», spiega il sindaco, «soprattutto per quanto attiene le porte di accesso al nucleo storico ed è quindi indispensabile dare corso ad un piano di recupero serio. Questo è il primo obiettivo, poi ce ne saranno altri tesi al consolidamento della struttura ed al ripristino, per quanto possibile, della originalità dell’opera». «Il Comune di Lazise è il soggetto promotore», interviene Lino Vittorio Bozzetto, «di un progetto a lungo respiro. Le mura scaligere non sono tutte di proprietà comunale o demaniale: alcuni tratti sono di privati. È quindi evidente che dovrà essere il proprietario a farsi carico delle necessarie iniziative per il recupero della parte di propria competenza. Lazise darà le linee guida, dirà come e dove muoversi», continua Bozzetto, «e quindi assieme privato e pubblico porteranno a compimento l’opera». Oltre alla messa in sicurezza delle porte di accesso, a est Porta San Zeno, a sud Porta del Lion, a nord Porta Cansignorio, c’è una evidente necessità di intervenire in fretta nella zona di via Rocca, ovvero nelle mura scaligere a sud, in direzione Peschiera. «Proprio via Rocca è una delle porzioni di mura scaligere più compromesse», spiega Bozzetto, «gli agenti atmosferici, la vegetazione, la presenza costante e continua dei colombi, alcune costruzioni eseguite in aderenza, nel corso degli anni, l’ incuria, hanno messo in precarietà le mura di cinta. Come ben ha sottolineato il sindaco», rimarca ancora l’architetto arilicense, «è un grande patrimonio che va recuperato e conservato prima che sia troppo tardi. Faremo una stima generale dei costi, una analisi dei processi di trasformazione dello stato di conservazione e della consistenza della cinta muraria, infine un assetto attuale delle proprietà relative alle mura ed alle loro pertinenze spaziali, individuando un programma di interventi per il triennio 2004-2006». «Siamo, per ora, allo studio di fattibilità», riprende il sindaco Franceschini, «ma intendiamo procedere in sintonia con la Regione per poter compiere ogni sforzo per il recupero totale del patrimonio murario. Assieme alla dogana veneta», aggiunge, «questa cinta rappresenta le nostre radici, la nostra storia, la nostra cultura. La vogliamo tramandare ai posteri».

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