Sono passati più di sessant’anni da quando Floreste Malfer, il più grande fra gli studiosi che si sono occupati dell’ecosistema gardesano, deprecava il fatto che sul lago non fosse nata una struttura in grado di trasformare il pescato. Un presupposto, quello della lavorazione, fondamentale per consentire di rendere la pesca professionale benacense una vera e propria industria, garantendo la sopravvivenza della tradizione e assicurando adeguata redditività. Ora la Cooperativa fra pescatori di Garda è riuscita a dare concretezza a quello che sino a pochi anni orsono sembrava ancora un miraggio: realizzare un laboratorio per lavorare e conservare il pescato. La nuova sede verrà inaugurata sabato alle 11 con la benedizione dell’edificio, il taglio del nastro, il saluto delle autorità e poi il rinfresco, ovviamente a base di pesce di lago. Il quartier generale della Cooperativa è stato allestito nella palazzina del vecchio macello di via San Bernardo, ceduto ai pescatori tre anni orsono dal Comune per la cifra di 165 milioni (l’immobile risale agli anni Quaranta: le linee architettoniche sono quelle tipiche del periodo). I lavori di ristrutturazione commissionati dai pescatori con una spesa superiore ai 650 milioni hanno consentito di realizzare all’esterno le celle refrigerate, al pian terreno la sala per la lavorazione, l’affumicatura e il sottovuoto, e al piano di sopra gli uffici e la saletta per le riunioni. Da qui e dal punto vendita di via Antiche Mura transiterà il pescato quotidiano dei ventisette soci della Cooperativa: in media 170 tonnellate di pesce ogni anno, con punte massime attorno alle 225 tonnellate e livelli minimi sulle 120 tonnellate. La Cooperativa fra pescatori di Garda, fondata nel 1942, si appresta dunque ora ad aprire un nuovo capitolo della storia della pesca professionale del lago. Per la prima volta sarà possibile pianificare i livelli di prezzo del pescato, destinando alla trasformazione eventuali eccedenze. La stessa ristorazione gardesana, che ha sin qui in parte snobbato il pesce lacustre anche per l’eccessiva instabilità quantitativa del prodotto, non ha ora più scusanti: la cucina di lago potrà tornare ad essere vera protagonista. I primi esprimenti tentati sul pesce affumicato (lavarello, tinca, anguilla, sardella) hanno dato esiti davvero interessanti. Ma quel che più conta è che con l’apertura della nuova sede i soci della Cooperativa entrano davvero, coraggiosamente, nella logica del mercato e dell’imprenditorialità, guidati con passione da Enrico Mario Monese, il presidente, e da Beppino Monese, che gli fa da vice, ma anche da Sergio Vernesoni, infaticabile direttore della realtà cooperativa gardesana. Vernesoni, ex funzionario del comune di Brenzone, è stato probabilmente colui che più ha spinto per giungere alla realizzazione di una sede per la trasformazione del pesce di lago. «La richiesta di pesce c’è», continuava a ripetere; «ma il consumatore lo vuole già filettato e magari sottovuoto, pronto per la cottura». Ora la sede c’è: il mondo della pesca professionale gardesana volta pagina.
Nessun Tag Trovato!
Sabato l’inaugurazione del quartier generale costato 650 milioni di lire. Si corona un sogno: laboratorio per lavorare e trasformare il pesce
Nel vecchio macello la sede della Cooperativa pescatori
Articoli Correlati