lunedì, Aprile 29, 2024
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Le malghe di Campei il «gioiello» degli alpini: dopo le opere di restauro si sistemano le strade

Nuovi lavori nell’oasi sopra Toscolano

«Per le malghe di Campei di Cima, inaugurate lo scorso 1 ottobre, c’è ancora qualcosa da fare: poco nei fabbricati, tanto sulla viabilità». Fabio Pasini, il presidente della Monte Suello, l’associazione che raggruppa gli alpini della sponda bresciana del lago e della Valle Sabbia, coglie l’occasione dell’assemblea annuale per spiegare la situazione. «Buona parte della strada che, dalla Degagna porta a Campei, è stata sistemata, grazie alla concessione di un contributo della Comunità montana di Valle Sabbia, tramite il comune di Vobarno. Ora, frane permettendo, ricominceremo mettendo a posto la strada da Gaino (Toscolano). La Comunità montana parco Alto Garda ha erogato un contributo – annuncia Pasini -. Intanto abbiamo nominato un gestore (Tarcisio Romuli di Salò) e due referenti economici (Marco Comini di Gavardo e Peppino Granata di Desenzano), tutti coordinati dal vicepresidente Giambi Turina. «Individuato altresì un collegio di tecnici nelle persone dell’ingegner Zanelli, dell’architetto Moschini e del geometra Bendotti, per la salvaguardia della struttura e gli accessi. I fabbricati di Campei dovranno essere un punto di riferimento per i turisti di passaggio, per le scuole che vorranno usufruirne a scopi didattici, i Grest estivi, gli scout e tante altre iniziative. Ma saranno vitali se ci andranno anche gli alpini, i primi veri beneficiari di quest’opera, che resterà nella storia di tutta l’associazione nazionale. Solo frequentando il… piccolo borgo antico non vanificheremo il gran lavoro svolto». La vecchia stalla, ora intitolata al battaglione «Valchiese», è stata ricostruita ex novo, e trasformata in un salone capace di accogliere 150 persone, più la cucina, la dispensa, il grande fuoco, i servizi e una decina di posti letto. Rifatte le fondamenta, scavando la roccia che occupava buona parte dell’area. Al piano terra, ricavato un altro splendido locale. Il tutto con colonne di pietra a vista e travi in legno. In una delle stanze c’è ancora un «sicer» datato 1711. Il secondo immobile, più piccolo, verrà adibito a bivacco, per quanti passeranno da qui, e vorranno rifocillarsi o asciugarsi. L’antica casera, dedicata al battaglione «Montesuello», avrà sempre la porta aperta. Una quindicina, fra quelli interni ed esterni, i caminetti pronti ad ardere legna o a cuocere carni. Il terzo, la casa padronale, su due piani, porta il nome del «Vestone» e comprende un paio di camerate (20 i posti letto a castello), i servizi, ecc. All’ingresso, la zona giorno, con le tavole e l’immancabile fuoco. C’è anche la cantina interrata. Demolita la parte pericolante, sono state messe la guaina, le solette, le canne fumarie, i serramenti. All’esterno, su una parete, un’antica scritta, «Otia procul negotiis fecunda», è stata tradotta alla buona in «per polsà bisogna végner chè». Per quanto riguarda la chiesetta, un po’ discosta, ricostruite le sottomurazioni e il volto, con le travi e i coppi. Il 5 agosto di ogni anno si festeggiava S. Maria della Neve, con pellegrinaggi dal lago. In cinque anni si sono alternati un migliaio di alpini, lavorando 5.800 giornate, per un totale di 50 mila ore. Quantificandole a 30 mila lire, fa un miliardo e mezzo di mano d’opera. L’Azienda regionale delle foreste, proprietaria degli immobili, ha messo i soldi per l’acquisto di mattoni, cemento e legname (circa 400 milioni), riservandosi un paio di stanze e tre camerette. Grazie a una convenzione della durata di 25 anni, la «Monte Suello» gestirà la malga di Campei. Oltre alla strada, c’è l’intenzione di sistemare le finiture esterne: i lavatoi per i passanti, un barbecue, la tettoia per i materiali. Gli alpini hanno individuato una sorgente, a 300 metri di distanza, collocato le tubature e posato una vasca di raccolta da 27 metri cubi (27 mila litri di acqua), oltre a due piccole di contenimento e decantazione. La Trailer di Vobarno ha regalato un generatore da 20 chilovattora, più potente di quello vecchio. L’obiettivo dell’operazione: trasformare Campei in un’oasi verde, aperta a chi ama i silenzi dell’entroterra.

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