martedì, Dicembre 5, 2023
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Nuovi orari, soliti disagi. Rabbia alla stazione

Meno treni, e per giun­ta più cari. Con il nuo­vo orario in vig­ore da domeni­ca 14 dicem­bre, si teme un peg­gio­ra­men­to del servizio offer­to dalle fer­rovie agli uten­ti del­la stazione di Desen­zano. Piove sul bag­na­to, per­chè la nuo­va tabel­la dei con­vogli si aggiunge ai dis­a­gi croni­ci di una stazione car­ente di per­son­ale e di servizi, che ha abit­u­a­to i viag­gia­tori, per esem­pio, a lunghe code all’u­ni­co sportel­lo del­la biglietteria.Già alla redazione del gior­nale arrivano let­tere dei pen­dolari, indig­nati nei con­fron­ti di Tren­i­talia. Let­tere in cui spic­ca una paro­la scrit­ta a carat­teri maius­coli: «Vergogna!».La rab­bia nasce dal fat­to che il «rimesco­la­men­to» dei treni coin­volge anche gli orari «di fuo­co», in cui i pen­dolari partono per andare al lavoro o all’ a Bres­cia, Verona, . Qualche esem­pio del nuo­vo orario. Inutile provare a preno­tare per lunedì 15 il vec­chio Inter­ci­ty delle 7.08 per Verona: non c’è più. Il pri­mo treno utile è un regionale, alle 7.15, facen­do perdere minu­ti preziosi a chi ha fret­ta di andare in uffi­cio o a lezione. Non ci sarà più, inoltre, il regionale delle 7,18: bisogna aspettare l’Eu­rostar delle 7.37, che arri­va a Verona cir­ca un quar­to d’o­ra più tar­di e cos­ta molto più caro: 7,60 euro con­tro 2,55. Segue un locale alle 7.44, che arri­va a des­ti­nazione dopo tre quar­ti d’o­ra, se puntuale.[FIRMA]ESEMPI FRA I TANTI, che han­no fat­to arrab­biare in par­ti­co­lare due stu­dentesse desen­zane­si, Gaia e Chiara, iscritte all’u­ni­ver­sità scalig­era: «Ques­ta mod­i­fi­ca del piano di traf­fi­co dei treni — scrivono le due gio­vani donne a Bres­ciaog­gi — sicu­ra­mente ci mette in una situ­azione di dis­a­gio, trovan­do­ci ad affrontare sen­za alcun preavvi­so un non trascur­abile incre­men­to del denaro spe­so; da sot­to­lin­eare che ques­ta situ­azione di dis­a­gio ci viene impos­ta, in quan­to non vi è più alcu­na pos­si­bil­ità di scelta».MA IL NUOVO ORARIO, e le dif­fi­coltà degli uten­ti a «metab­o­liz­zare» novità non sem­pre pos­i­tive, è soprat­tut­to l’oc­ca­sione per dare voce, anco­ra una vol­ta, al dis­a­gio di chi viag­gia uti­liz­zan­do una stazione che sem­bra essere sta­ta dimen­ti­ca­ta dai ver­ti­ci delle Ferrovie.Al di là di caren­ze croniche come la man­can­za di un uffi­cio infor­mazioni e del depos­i­to bagagli, comunque insp­ie­ga­bili per una local­ità tur­is­ti­ca, è la dif­fi­coltà dei pen­dolari a dover essere sottolineata.Il per­son­ale del­la stazione è pro­gres­si­va­mente dimi­nu­ito, e i pochissi­mi addet­ti devono prodi­gar­si per garan­tire un min­i­mo di servizio. Uno sportel­lo, uno solo, per l’ac­quis­to di bigli­et­ti crea tut­ti i giorni lunghe code. E quan­do al pri­mo del mese i pen­dolari devono rin­no­vare gli abbona­men­ti, la fila arri­va fino al piaz­za­le. Oblit­er­a­tri­ci: l’al­troieri due su quat­tro non fun­zion­a­vano. Dis­trib­u­tori auto­mati­ci: spes­so scas­sati da ladri, restano rot­ti anche per un mese (è suc­ces­so); a volte fun­zio­nano solo con car­ta di cred­i­to, eccetera. Una ques­tione che andrebbe nuo­va­mente soll­e­va­ta dagli enti locali.

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