martedì, Aprile 30, 2024
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Finalmente dopo cinque secoli e mezzo due donne nella Consorteria che detiene i diritti di pesca davanti al Vò

Ora l’altra metà del cielo entra negli antichi originari

Sono Nicoletta Maffezzoli e Bianca Malfer le prime due donne ad entrare, dopo ben cinque secoli e mezzo, nel consiglio generale della corporazione degli antichi originari, che detiene i diritti esclusivi di pesca sulla cosiddetta Peschiera del Vò. È stato uno spoglio laborioso quello delle schede votate nella vicinia natalizia della Corporazione. C’è voluto più di una settimana. E c’è stata incertezza sino all’ultimo sulla stessa legittimità del voto: per un disguido postale quasi duecento soci «originari» non avevano ricevuto il certificato elettorale. Gli scrutatori si sono riuniti due volte. Poi la decisione: votazione valida. Del resto, l’afflusso al seggio allestito sotto il tendone ristorante del Natale tra gli olivi, sul lungolago, è stato comunque altissimo. Di solito a votare ci andava una cinquantina di persone. Stavolta i votanti sono stati 153 («un record», ha commentato il presidente Fabio Gaggia) e hanno espresso complessivamente preferenze per ben 76 candidati. La scelta della tenda-cucina come sede di seggio era stata quanto mai azzeccata. In calce al certificato elettorale c’era un «buono valido per il baccalà degli originari». Sotto il tendone si cucinava infatti polenta e baccalà, com’è nella tradizione dei momenti solenni della Corporazione. Qualcuno potrà anche restare perplesso di fronte a una simile usanza: pesce di mare per il paese dei pescatori d’acqua dolce? Ma riflettendoci un attimo, la faccenda non è poi così strana: nei giorni di festa si mangiano cibi rari, inusuali, fuori dagli schemi, e dunque per i pescatori gardesani cosa poteva esserci in passato di più «esotico» d’un piatto di baccalà marinaro? A proposito di baccalà. A Garda spesso ci si conosce col soprannome del ceppo familiare, soprattutto in considerazione che alcuni dei cognomi «originari» sono diffusissimi: è il caso dei Malfer, dei Monese, dei Maffezzoli. Ebbene, un ramo dei Malfer è detto «Baccalà», e sono ben tre i Malfer «Baccalà» eletti nel consiglio della Corporazione: Ettorino, probabilmente il più celebre fra i pescatori del lago, ma anche il più titolato in assoluto fra i vogatori che hanno corso sulle «bisse» da regata, il fratello Alberto, bancario e anch’egli ottimo rematore, più volte vincitore della «bandiera del lago» e tuttora in attività, nonché la sorella Bianca. Ma vediamo quali sono, uno per uno, i quindici eletti. Il verdetto dell’urna è stato questo: primo degli eletti Fabio Gaggia, vicesindaco e presidente uscente della corporazione (ha ottenuto 101 voti), seguito da Gigi Monese (segretario in carica), e poi, nell’ordine, Ettore Malfer, Franco Crescini, Claudio Malfer, Mario Monese, Pierfrancesco Maffezzoli, Giuseppe Tondini, Ivano Monese, Alberto Malfer, Nicoletta Maffezzoli (è la moglie di Gaggia), Rino Maffezzoli, Bianca Malfer, Raffaele Monese e Matteo Malfer. Quest’ultimo ha ottenuto lo stesso numero di voti di Omar Simonelli (43), ma che l’ha surclassato per motivi d’età: a parità di preferenze, passa il più anziano. Sono rimaste fuori dal consiglio per pochissimi voti le altre tre donne che s’erano candidate in questa «storica» vicinia: Livia Monese (42 preferenze), Stefania Pasotti (41) e Camilla Monese (40). Perché «storica»? L’abbiamo detto: perché era la prima volta, dal lontano 1452, data di nascita della Corporazione, che le donne potevano avere diritto di voto. E scusate se vi pare poco.

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