Recenti indagini condotte da Greenpeace Italia hanno rivelato una contaminazione delle acque potabili da PFAS (sostanze poli- e perfluoroalchiliche) in ben 235 città italiane, con il 79% dei campioni analizzati risultati positivi. La prima mappa della contaminazione, presentata il 22 gennaio 2025 a Roma, ha evidenziato che i composti più diffusi sono il PFOA, presente nel 47% dei campioni, seguito dal TFA e dal PFOS. I dati indicano una diffusione preoccupante di queste sostanze tossiche in tutte le regioni del Paese, con picchi significativi in Lombardia, Piemonte e Veneto.
Nonostante la gravità della situazione, l'Italia non ha ancora implementato controlli adeguati sulla presenza di PFAS nelle acque potabili. A partire dall'inizio del 2026 entrerà in vigore una direttiva europea che stabilisce limiti normativi per queste sostanze; tuttavia, le recenti evidenze scientifiche suggeriscono che tali limiti potrebbero essere insufficienti a garantire la salute pubblica. Greenpeace ha lanciato una petizione per chiedere al governo italiano di vietare definitivamente l'uso e la produzione di PFAS, sottolineando la necessità urgente di azioni concrete per proteggere milioni di cittadini esposti a questa contaminazione.