sabato, Aprile 20, 2024
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La bozza per la ristrutturazione non convince i disabili motori, il Comune e i medici. Bassi: «L’Ulss accelera troppo e si dimentica del padiglione A»

Progetto per metà ospedale

L’Associazione interregionale dei disabili motori, i medici e il Comune di Malcesine bocciano il progetto di ristrutturazione dell’ospedale proposto dall’Ulss 22 di Bussolengo. Nei giorni scorsi, il presidente dell’Aidm, Roberto Bassi, ha preso carta e penna e ha inviato una lettera all’assessore regionale alla Sanità, Fabio Gava, poi consegnata anche ai vertici dell’Azienda sanitaria. A fine febbraio, infatti, l’associazione dei disabili assieme al dottor Bruno Danzi, primario della riabilitazione, e all’amministrazione comunale lacustre, era stato invitato dal direttore generale dell’Ulss, Renato Piccoli, a valutare il progetto di ristrutturazione dell’ospedale di Malcesine. Ciò è avvenuto in due successivi incontri. Il progetto presentato è stato redatto dai tecnici dello studio di architettura Altieri di Thiene, incaricati dopo la delibera della Giunta regionale di dicembre. A seguito della delibera numero 3732 del 5 dicembre 2003, infatti, la Giunta del Veneto aveva messo nero su bianco quali fossero le dotazioni previste per l’ospedale alla luce della mancata chiusura inizialmente prevista per la struttura, e anche l’intento di vendita della struttura sanitaria dell’alto Garda per poco meno di 26 milioni di euro all’Inail. Con lo stesso documento veniva inoltre prevista una «completa ristrutturazione dell’ospedale» per un impegno di spesa di sette milioni di euro. L’Ulss 22 aveva ricevuto quindi il compito di «produrre l’elaborazione per il progetto di adeguamento della struttura sanitaria» alle funzioni attribuite dalla Regione all’ospedale. E così i vertici dell’Ulss hanno convocato due volte sia i vertici dell’amministrazione comunale di Malcesine, sia i disabili motori, sia i dirigenti medici per illustrare loro il progetto. Da subito il presidente Roberto Bassi ha manifestato netta contrarietà al progetto, opponendo una serie di rilievi, «sia di natura tecnica, che di opportunità». Contrarietà, dunque, basata su rilievi non risolti neppure nel secondo dei due incontri. «Il progetto di ristrutturazione dell’ospedale», spiega Roberto Bassi, «non ci soddisfa affatto. Anzitutto si prevede la ristrutturazione solo di uno e non di entrambi i padiglioni dell’ospedale. Infatti anche il padiglione più a monte, il padiglione A, fa parte della struttura. Si vuole però spostare tutto nel padiglione più in basso per liberare quello più a monte, senza specificare il perché. Che cosa si vuole creare lì dentro?». «Inoltre», prosegue Bassi, «nel progetto mancano alcuni spazi quali la mensa, una sala per la socializzazione tipo una sala tv, mancano le officine ortopediche accreditate; gli spogliatoi, per giunta, sono inadeguati e la palestra prevista è piccola per il numero di persone che hanno bisogno di riabilitazione. Inoltre viene prevista una piscina di poco superiore a quella attualmente presente, cioè insufficiente. Infine, nulla di adeguato è previsto per gli spazi esterni, che invece andrebbero sfruttati per la riabilitazione motoria. Chi ha redatto questa ristrutturazione non ha idea di che differenze ci siano tra un ospedale normale e uno invece con vocazione ortopedico- riabilitativa, quale è e quale dovrà essere quello di Malcesine». Insomma, una bocciatura tecnica, preceduta però da una, ancora più grave, definita «questione di fondo». Secondo i disabili, infatti, «non è opportuno eseguire adesso i lavori proposti». «Vorremmo che chi la dovrà gestire, prima prenda possesso della struttura e, successivamente, utilizzi le risorse per creare una ospedale di suo gradimento. Consegnare un ospedale chiavi in mano, quando ancora non sappiamo di preciso a chi, secondo noi è una follia, che rischia di sconfinare nello spreco dei sette milioni di euro. Non capiamo proprio che fretta ci sia per agire adesso». Secondo i vertici dell’Aidm insomma va fatta anzitutto una «redazione delle linee guida per la ristrutturazione» dell’ospedale, «alla luce degli obiettivi e delle esigenze gestionali del partner che gestirà la struttura». D’accordo con la linea dell’Aidm anche il primario della riabilitazione, dottor Bruno Danzi, finora «volutamente rimasto ai margini della vicenda dell’ospedale», ma che a questo punto ha deciso di parlare. Ed il primario va ben oltre il punto di vista dei disabili. «Quanto deliberato dalla Regione Veneto è una buona soluzione per Malcesine solo a due condizioni: la prima è che i 90 posti letto accreditati, 80 di riabilitazione e 10 di ortopedia, vengano integrati con un grande ospedale per acuti convenzionato, che ne garantisca le necessarie competenze ortopediche e neurologiche. Nella Ulss 22 ci sono due ospedali convenzionati che possono dare il supporto adeguato». «La seconda e imprescindibile condizione è che questa soluzione venga adottata subito prima della ristrutturazione definitiva, che comporterebbe tempi lunghi con inevitabile dispersione delle professionalità mediche e paramediche. La conseguenza sarebbe una chiusura dell’ortopedia e una sofferenza per la riabilitazione». «La ristrutturazione definitiva deve essere rimandata a un secondo tempo e fatta con la necessaria ponderazione». Conclusione: «Sarebbe una vera iattura mantenere aperta una questione che può essere chiusa a breve, e con soddisfazione per tutti». Infine, sulla stessa lunghezza d’onda è sintonizzato pure il sindaco di Malcesine, Giuseppe Lombardi. «Il progetto presentatoci è ovviamente carente, dato che il direttore Piccoli ha avuto dalla Regione pochissimo tempo per farlo redigere». Gli spazi esterni comuni», continua Lombardi, che di professione è ingegnere, «sono davvero ristretti e insufficienti. Almeno per quanto contenuto nel primo progetto, l’unico finora da me visionato». Relativamente all’opportunità di eseguire ora o meno i lavori, il primo cittadino ha le idee chiare. «Non è necessario che chi gestirà la struttura ne entri in possesso materialmente, ma è sicuramente imprescindibile che, prima di eseguire lavori così impegnativi, il tutto venga concordato con le esigenze del partner privato che dovrà mandare avanti l’ospedale». La palla torna quindi ora all’Ulss 22, dato che l’Associazione dei disabili, come sempre battagliera, non ha intenzione di arretrare minimamente su questo punto. E infatti Bassi promette: «Abbiamo la disponibilità a collaborare, come sempre, ma non ad essere presi in giro. Vogliamo prima il cambio di gestione e poi la ristrutturazione. Siamo pronti a riprendere la battaglia da dove la avevamo lasciata».

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