Sono diventati dieci gli agenti di polizia municipale sirmionese abilitati all’utilizzo del defibrillatore, grazie al proseguimento della collaborazione iniziata lo scorso anno con il servizio sanitario di urgenza emergenza «118» di Brescia. Il progetto riguardante la defibrillazione precoce ha come promotori e responsabili per il territorio bresciano i professori Riccardo Cappato, Antonio Curnis e Paolo Marzollo, responsabile del «118» di Brescia; ha permesso finora la certificazione di circa 3500 volontari, 500 infermieri professionali, 50 agenti di Polizia municipale (i primi dei quali proprio a Sirmione) e una trentina di operai. Il defibrillatore è uno strumento non troppo costoso per amministrazioni, aziende ed enti pubblici, che, se utilizzato correttamente, può salvare vite umane. Il Comune di Sirmione si era già dotata lo scorso anno di questo strumento salva-vita mettendolo a disposizione della Polizia municipale. Pochi giorni fa si è concluso il secondo corso che ha visto certificati quattro nuovi agenti sirmionesi e un agente di Gavardo, a cui si sono aggiunti i doverosi aggiornamenti per gli altri sei agenti già certificati e per un collega di Moniga. Lo scopo dell’iniziativa deve essere inquadrato nel più ampio progetto che segue le linee guida nazionali e regionali che vorrebbero, col tempo, avvicinarsi ai risultati americani che prevedono una sopravvivenza all’arresto cardiaco del 35%, mentre l’Italia, così come l’Europa, prima dell’inizio del progetto, era ferma all’1 per cento. Diffondere l’uso del defibrillatore è paragonabile alla necessità che si ha degli estintori quando scoppia un incendio. Infatti, se quelli che gli operatori del «118» chiamano il «personale laico» abilitato all’uso del defibrillatore, ossia tutti coloro che per professione di solito non si occupano di salvare vite umane, fossero in numero elevato, anche le possibilità di salvare vite umane crescerebbe notevolmente. È forse utile ricordare che le probabilità che una persona colpita da morte apparente si salvi scende del 10 per cento ogni minuto che passa. È quindi vitale la tempestività e quindi che sia il numero dei defibrillatori, sia il personale abilitato a usarlo aumenti progressivamente e costantemente. La Regione ha dato disposizioni in tal senso e già le grandi aziende, soprattutto quelle con personale più a rischio, si stanno adeguando così come le pubbliche amministrazioni più lungimiranti. Ma sarebbe opportuno che i defibrillatori e il relativo personale abilitato ci fossero anche nei centri commerciali e in tutti quei luoghi abitualmente frequentati da un numero elevato di persone quali cinema, teatri, stadi. Avere personale che, oltre ad essere abilitato all’uso di tale strumento, è anche dotato di buona conoscenza del territorio, ha la possibilità e la capacità di muoversi velocemente anche in mezzo alle interminabili code estive, è abituato a lavorare in situazioni d’emergenza, quali per esempio i sinistri stradali spesso con feriti talvolta gravi, fa degli agenti di Polizia municipale persone particolarmente adatte a tale addestramento. Sensibilità al problema è stata dimostrata anche dalla Polizia stradale, dalla polizia di stato e dai carabinieri il cui coinvolgimento determinerebbe una diffusione più capillare dell’iniziativa. Seguendo la strada tracciata da Sirmione, dove l’assessore alla Sicurezza Massimo Padovan aveva dimostrato fin dall’inizio una forte sensibilità sulla questione, la Regione ha previsto che in tutti i corsi di formazione regionali del personale di Polizia municipale, come quello recentemente tenutosi a Rovato, sia prevista la certificazione per l’uso del defibrillatore.