Alla larga dalle boe dei subacquei: per il terzo anno consecutivo torna la campagna «salva-vita» che mette l’accento sul rispetto delle regole per rendere incruenta una difficile convivenza: quella tra le migliaia di barche che creano sul lago un traffico nautico piuttosto contenuto, e la presenza nutrita di sub che ad ogni immersione rischiano la pelle.Anche in questo caso le regole ci sono, ma bisogna farle conoscere. Ecco allora i mille poster e i diecimila adesivi che verranno distribuiti su tutto il territorio, nei porti, nei paesi e anche all’estero, a cura di tre enti che hanno unito le forze: la Provincia di Brescia attraverso l’assessorato ai trasporti, la Comunità del Garda e la Federazione pesca sportiva e attività subacquee, la Fipsas. E accanto a poster adesivi anche altre iniziative: informazione innanzitutto, anche articoli di giornale come questo, che potrebbero nel loro piccolo salvare delle vite. Perchè spesso chi si mette al timone di una barca o al volante di un motoscafo non sa, o dimentica, che sotto la boa di segnalazione dei subacquei, sotto quel pallone e quella bandierina rossa con striscia diagonale bianca, c’è una persona che sta pescando, o ammirando i fondali e la fauna ittica del Garda. Persone indifese contro le eliche di un motoscafo, la carena o la deriva di una barca, che in caso di investimento possono avere effetti mortali. Successe nel 2003 a Sirmione: investito da un potente motoscafo perse la vita il 35enne Luciano Boselli, di Solferino. L’investitore si allontanò, disse di non essersi accorto di nulla, quando in seguito fu individuato e condannato. Ma intanto Luciano non c’è più.«Da tre anni svolgiamo questa campagna di informazione, e da tre anni di incidenti sl Garda non ce ne sono più stati» spiega Roberto Palazzo, decano dei sub bresciani e vicepresidente provinciale della Fipsas.Anche i sub del resto fanno la loro parte: con questa iniziativa si sono impegnati a promuovere, tra iscritti e appassionati bresciani, l’uso di boe più grandi e più visibili. E intanto anche la normativa è cambiata: ora le barche devono tenersi a 100 metri dalle boe, e non più solo 50 come prima. Ma bisogna sensibilizzare, informare, insistere.«Le norme vanno fatte conoscere e fatte rispettare – sottolinea l’assessore provinciale Valerio Prignachi -: la prevenzione è fondamentale e questa iniziativa merita di essere portata avanti. Del resto non è che un aspetto di un discorso più vasto sulla sicurezza della navigazione, su una fruizione sicura del nostro lago da parte dei cittadini e dei turisti. Lago che non è solo nostro: è diviso in tre regioni, e sarebbe l’ideale che, proprio a partire dal fronte sicurezza, si creasse una maggiore unità di intenti fra bresciani, trentini e veronesi. Ecco perchè è preziosa la partecipazione della Comunità del Garda, l’unico ente che può farsi ascoltare da tutti».Non si parla, insomma, solo di boe dei subacquei. Infatti sottolinea Aventino Frau, presidente della Comunità del Garda, «non ha più molto senso questa frammentazione normativa fra le tre sponde del lago, che sono poi quattro se pensiamo a Mantova: il lago è uno solo, il diritto alla sicurezza, alla salubrità dell’ambiente, alla risorsa acqua, sono universali. E’ tempo di cercare nuove consapevolezze affinchè tutto il lago sia visto come sistema, al di là delle divisioni amministrative. Questa iniziativa insieme alla Provincia di Brescia è un passo in questa direzione».