«La chiusura della Gardesana mette di fatto il territorio interessato in stato di emergenza, come di fronte a un evento catastrofico naturale. E si può far fronte al problema con una legge apposita». Parole di Giuseppe Mongiello, presidente della Comunità del Garda, riportate ieri da Bresciaoggi. Che lasciano perplessi Manlio Bonincontri, sindaco di Tignale, e Battista Berardinelli, collega a Limone. «La proposta – dice Martinelli – potrebbe essere discussa se la strada non venisse riaperta, ma si tratta di un’ipotesi alla quale non voglio neppure pensare. Adesso c’è solo da lavorare per riaprire la Gardesana, e per iniziare, Provincia e Comunità montana devono nominare un esperto geologo». Sulla stessa linea Bonincontri: «Bisogna chiarire in che modo la Gardesana possa essere pericolosa e impercorribile solo dopo il confine della Provincia di Trento, e torni a essere sicura da noi. L’argomento va affrontato in maniera seria e stando uniti. Dopo la riunione a Brescia coi rappresentanti dell’Ulivo, abbiamo ottenuto un appuntamento a fine mese col ministro Nerio Nesi. È un risultato positivo per tutti. Ci spiace che Tignale non abbia partecipato all’incontro in Prefettura: nessuno ci aveva avvisato. Anche al sopralluogo a Limone del 3 gennaio c’erano politici di una sola parte politica. Questo problema va invece affrontato unitariamente».
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Nell’alto lago i sindaci restano «tiepidi»
Riapertura con una legge per le catastrofi?
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