lunedì, Aprile 29, 2024
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«Vede, quando queste piantine saranno cresciute provvederemo ad innestarle su piante di aranci selvatici

Riscoprendo colture ottocentesche

«Vede, quando queste piantine saranno cresciute provvederemo ad innestarle su piante di aranci selvatici. Ripeteremo, in questo modo, la stessa procedura che fu attuata sul Garda a metà ‘800, quando buona parte delle piante di limone andò distrutta a causa della malattia della gommosi. La procedura dell’innesto dei limoni sull’arancio selvatico consentì in quell’epoca di tornare alla produzione di agrumi gardesani». Se ne sta in disparte ma, forse, è il più contento di tutti, Annibale Dagnoli, pensionato e, per 42 anni, al servizio della Forestale come vivaista. Dagnoli ha curato la piantumazione della limonaia del Castèl. Spiega: «C’è una qualità per ogni aiuola: cedri, pompelmi, aranci e – naturalmente – limoni. Abbiamo seguito il metodo tradizionale, mettendo una pianta per ogni pilastro. Lungo il muro c’è un misto di mandarini, mandaranci, clementine, chinotti e calamandine. Il terreno è bene lavorato e arieggiato già dal mese di aprile». Nel frattempo, le autorità sono impegnate nell’inaugurazione e nel taglio del nastro di questa significativa opera. Sottolineano, così, l’importanza «di questi fattori della memoria, anche in funzione di attrazione turistica di qualità», come dice l’assessore regionale Ettore Albertoni, «per una valorizzazione di tipo complessivo, stando attenti all’ambiente. Serve tutelare la memoria storica della comunità per offrire al turista non solo un luogo di eccellenza ma anche un riferimento culturale». Mario Scotti, anch’egli assessore a Milano: «È molto importante mantenere in vita la tradizione ed il lavoro da valorizzare. Fungono da cornice per un richiamo di un territorio turistico significativo e importante, da mettere in risalto a ricordo del lavoro di un tempo. Qui a Limone è stato fatto un ottimo lavoro». Non c’è Viviana Beccalossi, Vicepresidente e Assessore regionale all’Agricoltura. È volata a Roma per compiti istituzionali: «Quello della limonaia del Castèl è un recupero a cui tenevo molto, congratulazioni per il lavoro svolto» ha scritto. Scuse e complimenti anche da un altro assessore regionale bresciano assente, Franco Nicoli Cristiani. Il piano più alto del “Casèl” (il magazzino, che diverrà museo) permette di guardarsi attorno: di fronte c’è il lago, in fianco le terrazze degli alberghi circostanti ed una piscina con bagnanti. Sul retro si sente il rumore dei bus e delle vetture che transitano sulla Gardesana. Visto da qui, il recupero della Limonaia del Castèl pare rivestire un significato storico ancora più forte.

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