lunedì, Aprile 29, 2024
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In questi giorni il diciottenne sarà in Francia a gareggiare con i colori dell’Italia. Confessa: «Vincere questo titolo era il mio sogno». Il figlio della Simeoni e di Roberto Azzaro è campione italiano di salto in alto juniores È stato convocato nella sq

Roby vola come mamma Sara

L’aria buona e genuina di Rivoli colpisce ancora. Il paese che ha per simboli storici Napoleone e il Forte e per mito sportivo Sara Simeoni ha un nuovo, giovane campione di salto in alto juniores. Roberto Azzaro, 18 anni, figlio della fuoriclasse Simeoni, la signora dell’atletica italiana record del mondo nel 1978 con 2,01 metri, e dell’ex primatista italiano Erminio Azzaro, ai Campionati italiani di Ancona ha fatto meglio di tutti, superando al secondo tentativo l’asticella piazzata a 2,11 metri. Pochi giorni prima, ai Campionati regionali, aveva fatto anche meglio, toccando quota 2,15 metri. Il giovane Azzaro è stato convocato nella squadra nazionale e in questi giorni sarà in Francia a gareggiare in rappresentanza dell’Italia.Il titolo italiano ora è di Roberto, che ancora non ci crede. Una grande gioia per papà e mamma, l’airone azzurro indimenticato e indimenticabile per classe e bravura, dalle cui mani Roby – come lo chiamano affettuosamente genitori e amici – ha ricevuto la maglia tricolore. «Non possiamo negare di essere contenti, è stato molto bravo», ammette sorridendo la Simeoni. La vittoria del 14 febbraio è una festa grande per tutto il paese di Rivoli, cui la famiglia è sempre rimasta legata, un affetto ricambiato di cuore dai rivolesi. All’indomani del successo ottenuto dal giovane atleta, il sindaco Mirco Campagnari si è recato personalmente a casa Azzaro per congratularsi da parte di tutta la comunità. «Roberto lo merita», spiega il primo cittadino, «perché si sta impegnando molto e sta dimostrando di essere sulla strada buona. Nello sport non è il nome che conta ma l’impegno e la voglia di fare sempre meglio, doti che il ragazzo possiede».Insomma, qualche gene speciale nel Dna il diciottenne figlio d’arte se lo ritrova di certo, ma alla fine quello che si allena con costanza, quello che si concentra, prende la rincorsa e salta è lui, da solo. «Saltare è una cosa mia, mi piace e continuerò a farlo», ammette Roberto. A qualche giorno di distanza dalla vittoria, confessa di dover tornare ancora con i piedi per terra. «Vincere il titolo italiano era un sogno», spiega, «ci speravo, ma la gara era tosta e gli avversari pure. Ancora non mi sembra vero di avercela fatta».E ce l’ha fatta eccome questo ragazzo dall’aria tranquilla, schivo e di poche parole, alto un metro e 93 centimetri. Ha superato nel migliore dei modi la prima vera competizione della sua vita sportiva. «Era la prima volta che stavo sulla pedana con gli spalti tutti intorno», prosegue, rivelando un’emozione ancora alle stelle. I genitori non l’hanno mai forzato a seguire le orme già tracciate dai loro successi, gli hanno insegnato la passione e la tenacia necessarie per trovare da solo la sua strada nello sport come nella vita. E lui ha imparato in fretta.In programma per fissare per sempre questo momento nella memoria c’è una festa con gli amici, come è d’obbligo a 18 anni, ma qualche sorpresa ci sarà anche a Rivoli, con un momento dedicato a lui all’interno della festa dello sport che si svolgerà in maggio. «Un campione italiano in casa merita di essere ricordato e segnalato come si deve», conclude il sindaco Campagnari.Adesso Roberto ha ancora più voglia di continuare con l’atletica e il salto in alto, promette ancora più impegno e di migliorare le prestazioni, centimetro dopo centimetro. Oltre che allenarsi due volte alla settimana a San Pietro in Cariano con i compagni dell’Atletica Valpolicella, Roberto si tiene in forma anche nel giardino di casa facendo esercizi preparatori e ginnastica mirata sotto gli occhi attenti di mamma Sara e papà Erminio. «Non lo abbiamo mai spinto a praticare l’atletica e tanto meno il salto in alto, li ha scelti lui liberamente», sottolinea la mamma. «Ai campionati italiani ha fatto bene, considerando che era la prima gara importante che affrontava dopo tante competizioni che erano per lo più feste in nome dello sport. Ha saputo reagire a una realtà che non conosceva, rimanendo concentrato e dando il massimo. In gara sei tu da solo». Parola di mamma campionessa olimpionica.ANNUNCI

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