sabato, Gennaio 25, 2025
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Nel week end la «Festa dell’oliva». Degustazioni, mostre e visite ai frantoi

Sapori e cultura. Torri a tutto olio

Sabato e domenica, la cittadina di Torri, sulla sponda veronese del Garda, ospiterà la sesta edizione della «Festa dell’oliva», proponendo una mostra-mercato dell’olio extravergine. Nella sala civica del Museo del castello scaligero sarà possibile vedere gli attrezzi utilizzati dagli agricoltori e dai raccoglitori. E non mancheranno i lavori dei ragazzi delle scuole elementari e medie della provincia che parlano della coltivazione. Sono poi previste visite guidate a frantoi (domenica, a partire dalle 9 e con partenza da viale Fratelli Lavanda). Nell’Ufficio informazioni, a cinquanta metri dal porto, è allestita la rassegna dell’editoria benacense, con pubblicazioni e video che offrono un’ampia panoramica sulla cultura locale. In piazza Calderini, inoltre, nell’oratorio della Santissima Trinità, si potrà visitare la mostra dedicata al recupero del patrimonio dell’arte popolare (viene descritto il restauro di affreschi, chiese e capitelli). Nella due giorni anche balli, canti, proiezioni, degustazione di bruschette e di prodotti locali. La Condotta di Slow Food Arcigola pilotata da Angelo Peretti si dedicherà ai palati più raffinati. Sabato alle 16.30, nel castello, Cristiano de Riccardis, assaggiatore professionista (viene da Piacenza e ha già tenuto parecchi incontri del genere), guiderà una degustazione di extravergini provenienti da varie regioni italiane. Partecipazione gratuita. Prenotazioni allo 045-6205814 (i posti sono limitati, 40 al massimo). Alle 14.30 inizierà invece il convegno sugli aspetti nutrizionali e l’evoluzione della coltivazione. «In alcune contrade, nella notte di San Giovanni che segna il solstizio d’estate, la gente va a raccogliere i fiori e le erbe bagnate dalla rugiada – spiega Peretti -. Poi le fa asciugare all’ombra e le mette in un infuso con l’olio di oliva, da utilizzare per lenire dolori. E chi non ricorda l’utilizzo che veniva fatto per le otiti o per combattere le verruche? Insomma, l’extravergine come medicamento. Oggi la salutistica fa marketing, ed è possibile riproporre anche queste usanze, che appartengono alla nostra cultura». In passato non sono stati nè i Romani nè gli Etruschi a mettere a dimora le piante, ma i monaci di Santa Giulia (nel Bresciano), di San Colombano e di San Zeno, sulla sponda orientale del lago di Garda. Il motivo? Avevano bisogno di olio, un combustibile che brucia senza provocare nuvole di fumo, soprattutto per illuminare le abbazie, altrimenti buie. In cucina venne introdotto soltanto nei secoli successivi, per condire l’insalata e il pesce.

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