L’ottava edizione della Borsa Internazionale dei laghi ha preso il via ieri nel polo espositivo bresciano di Brixia-Expo con 53 tour operators provenienti da 12 paesi dal Giappone alla Francia, dalla Russia agli Stati Uniti e con un centinaio di rappresentanti di associazioni e consorzi di promozione turistica, tutti collegati ai laghi bresciani, a presentare le proprie offerte. La manifestazione arriva in un momento di particolare difficoltà per il turismo, con cali di presenze nell’ordine del 25/30%. Le prime rilevazioni «bresciane» indicano una flessione di turisti provenienti dalla Germania durante l’estate (ma a settembre sta andando meglio, in parte compensate da quelle di origine anglosassone favorite dalla presenza di vicini scali aerei di compagnie low -cost. «Siamo in una situazione di crisi mondiale del turismo – ha commentato Klaus Rastatter, operatore tedesco della Ikarus Reisen -. Viviamo in un mercato troppo parcellizzato, si sente la concorrenza dei viaggi low-cost, ed è fondamentale il fattore terrorismo che in Germania ha favorito una crescita del turismo interno. Ma anche il passaggio dal marco all’euro, dalla lira all’euro, ha avuto riflessi vistosi. La situazione era migliore quando c’era ancora la lira, oggi i prezzi sono troppo alti e di soldi ne girano pochi». Eppure, «eppure il Garda resta la piscina di Monaco, con sole tre ore di auto ci si arriva e la conferma è che fino ad ottobre ho i pulman pieni di turisti. Il Garda resta una delle mete preferite e personalmente ho registrato incrementi tra il 5 ed il 10%. Esiste sempre un cliente per l’Italia e qui si può trovare un mix perfetto tra cultura, vacanze ed enogastronomia». Stesse parole usate in conferenza stampa dal neo assessore al turismo della provincia di Brescia Riccardo Minini. «Le ricchezze del nostro territorio sono uniche e almeno quelle, non ce le posso copiare». Anche Maria Cristina Greco Swift, specializzata in ville ed appartamenti per una clientela medio/alta non registra un calo significativo: «abbiamo diversificato le offerte ed abbiamo inserito nuove mete oltre le tradizionali Toscana e lago di Garda come la Puglia. Per quanto riguarda il lago di Garda devo registrare una bassa offerta di prodotti della mia specializzazione, di certo i prezzi non devono aumentare su tutti i prodotti perché il mercato inglese si può facilmente spostare, come già avviene, verso paesi come la Spagna, la Grecia ed il Portogallo che risultano più economici». Per l’esperienza della proprietaria della Italian Breaks, «il Garda si vende bene alle famiglie per le offerte sportive e culturali offerte dal lago, per la tranquillità viene preferito il lago di Como». Tutto oro allora? «Non proprio, la maggiore difficoltà che registro è la stagionalità troppo breve, si fa fatica per l’apertura ritardata ad aprile e tutto “muore” con la fine di settembre». Ma se i mercati di riferimento tradizionali vanno ancora abbastanza bene, i «nuovi» europei cosa conoscono del Garda? «Ancora poco e l’Italia in generale non è tra le prime destinazioni del popolo lettone. Molto positivo è stato l’incontro a Riga di una delegazione del Comune di Brescia, della Provincia e di Bresciaturism – ha precisato Richard Lobinsh della Eurotravel – e l’interesse è cresciuto molto. Siete conosciuti soprattutto per il mare e la scarsità di offerte che riceviamo non consentono ancora di sviluppare mete alternative come il lago di Garda». Già il direttore della Confesercenti, Alessio Merigo aveva poco prima ribadito in conferenza stampa la necessità di «dare sostanza ai progetti con ulteriori iniziative all’estero». Anche perché il maggiore problema riscontrato dal tour operator lettone «non sono i prezzi troppo alti, ma la mancanza di informazioni ed il Garda, visto come si è presentato oggi, potrebbe essere una meta molto interessante per i turisti lettoni». Tra i tour operator presenti anche rappresentanti del Sol Levante. «E’ difficile che un turista giapponese possa scegliere il lago di Garda come prima meta italiana. Più conosciuti sono i laghi di Como e Maggiore ma oggi siamo qui proprio per “conoscere e scoprire” il Garda, il lago più grande d’Italia. Le città d’arte sono preferite dai nostri turisti e non credo sia solo un problema di prezzi ma piuttosto di poca conoscenza e la “colpa” è soprattutto vostra». «Brescia nel mondo è conosciuta soprattutto per la sua economia e la sua finanza, oggi – ha ricordato il presidente di Brescia Musei, Agostino Mantovani – ma già oggi è anche città d’arte ed in futuro lo sarà sempre di più. Usiamolo meglio questo nostro potenziale». Altro popolo recettivo nei confronti del Garda è quello ungherese: «Già oggi lavoro con i laghi italiani – ha raccontato Livia Gyurkovics, managing director della TdM Travel Tours – ma rappresentano solo il 30% insieme alle città d’arte. Il resto è tutto rivolto verso il mare italiano. Le maggiori difficoltà nel vendere questo “prodotto” sono i prezzi troppo alti e la scarsità di reperire collaboratori locali che “gestiscano” i rapporti con le strutture locali ed i turisti». Tra problemi e speranze una nota positiva. «Settembre è in recupero – hanno commentato alcuni operatori della riviere dei limoni – ed è il segnale che clienti come quelli olandesi sono molto attenti ai prezzi e sfruttano la bassa stagione. La riprova è stata a luglio quando siamo stati salvati dai turisti inglesi».
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