giovedì, Maggio 2, 2024
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L’AEROPORTO DI MONTICHIARI. Incontro della Provincia con associazioni imprenditoriali, sindacati e Comuni Cavalli: «Piano industriale entro i primi di novembre o andiamo da soli»

Ultimatum per il D’Annunzio

La lingua batte dove il dente duole. Sempre lì, sull’autonomia che l’aeroporto «D’Annunzio» di Montichiari rivendica da qualche tempo, con sempre maggiore insistenza, dal «Catullo» di Verona, azionista di maggioranza. Una secessione chiesta anche ieri a più voci nella sede della Provincia a Palazzo Broletto, nel corso di una riunione, sequel di un primo incontro avvenuto il 6 luglio, sul «Ruolo dei bresciani nelle prospettive di crescita dell’aeroporto di Montichiari». Non sono bastate le buone notizie offerte in «sacrificio» dal presidente Alberto Cavalli (confermato l’accordo con Poste italiane che hanno scelto Montichiari per l’attività di smistamento nazionale, l’avvio in gennaio di un nuovo collegamento di Ryanair con Barcellona, le buone performance delle merci di Ocean Airlines) per placare l’insoddisfazione dei rappresentanti di associazioni imprenditoriali e organizzazioni sindacali sulla gestione di Montichiari e i rapporti con il «Catullo». I bresciani insistono affinche la concessione nazionale per la gestione di Montichiari sia trasferita al D’Annunzio e non alla società di gestione dell’aeroporto di Verona al quale è stata invece assegnata dall’Enac, in attesa del necessario decreto ministeriale. Che non c’è ancora però. E la Provincia di Brescia ha incassato pochi giorni fa il sostegno della Regione che nel corso di un incontro con gli scali di Montichiari, Bergamo e Verona prima ha sollecitato una collaborazione tra i diversi soggetti e poi ha inviato una lettera al ministro Di Pietro in cui, lo ha espressamente riferito Cavalli, si chiede di non assegnare la concessione al Catullo prima di aver ascoltato il parere di Milano. Guerra aperta, dunque? Niente affatto: c’è uno spiraglio, un ultimatum che potrebbe scongiurare il duello all’ultimo sangue. Cavalli se ne starà buono fino all’inizio del mese di novembre in attesa di conoscere il piano industriale sullo sviluppo del D’Annunzio e la relativa governance, ovvero una diversa ripartizione dell’azionariato con l’ingresso di nuovi soci. Trascorso quel termine senza novità, allora il cammino della concessione autonoma imboccherà la strada del non ritorno. Cavalli si è anche lasciato andare ad un commento («La diffidenza è ancor più elevata nei confronti di Bergamo e di Verona») rivelatrice del timore di restare schiacciato nella morsa degli altri due scali a scapito di Montichiari. Anche se, a detta dei beni informati, una intesa tra gli aeroporti è già stata raggiunta: Bergamo dedicato ai low cost, Verona al tradizionale traffico passeggeri e Montichiari punto di riferimento del settore cargo, con spazi per charter e low cost. Un accordo che avrebbe il pregio di riportare il sereno nei rapporti societari ed evitare la lotteria di una gara europea che potrebbe far finire in mani straniere lo scalo bresciano, come è accaduto a Napoli il cui aeroporto è gestito dal 1997 dalla Baa inglese. Alle parole di Cavalli ha fatto eco Giovanmaria Rizzi, membro del consiglio di amministrazione del D’Annunzio, in rappresentanza della Camera di commercio di Brescia. Rizzi ha salutato con soddisfazione l’accordo con Poste, rilevando che dal cargo bisogna attendersi i migliori risultati per Montichiari: «Non siamo usciti dalla crisi, ma ci sono alcuni segnali che fanno ben sperare per lo sviluppo dell’aeroporto». Anna Guarneri sindaco di Ghedi, in sintonia con il primo cittadino di Castenedolo Giuliano Salomoni, si è fatta portavoce delle preoccupazioni degli abitanti dei paesi circostanti per «il traffico notturno legato ai voli postali e ai cargo». Guarneri confida invece in uno sviluppo del segmento passeggeri e al riguardo annuncia l’intenzione di dar vita ad un patto programmatico tra enti pubblici e realtà economiche per studiare possibili percorsi (ne parliamo nell’articolo a fianco, ndr). Vigilio Bettinsoli, membro del Consiglio di amministrazione del D’Annunzio, espressione della Provincia, ha espresso parole di apprezzamento per il Broletto «che sta facendo tutto quanto di sua competenza per andare incontro alle esigenze dell’economia», ma invita a evitare scontri frontali preferendo «una diplomazia a tutto campo per trovare un punto d’intesa tra Catullo, Sacbo (gestisce Orio al Serio, ndr) e D’Annunzio». È Angelo Zanelli segretario generale della Uil, insieme a Eugenio Bertoglio segretario della Uil trasporti, a chiedere «di uscire dalla fase interlocutoria sulla concessione per sapere se si intende porre o no la questione». In sintonia Renato Zaltieri, segretario della Cisl: «Noi dobbiamo puntare ad essere titolari della concessione; facciamo lobby per raggiungere questo risultato. Scommettere sull’aeroporto significa investire sul futuro». Ovviamente positivo il giudizio sull’accordo con Poste che apre una opportunità di lavoro. Domenico Molino (Cgil trasporti) nota «una riflessione interlocutoria rispetto alla precedente occasione di confronto», sollecitando «la stesura di un documento di sintesi di questo confronto». Franco Tamburini, presidente dell’Aib, esprime così i suoi timori: «I tempi passano e si perdono opportunità. È il momento come in altri casi di fare e di prendere decisioni». Tra gli obbiettivi e le priorità Tamburini colloca il piano industriale e la concessione in capo a Montichiari. Una voce fortemente critica, è non per la prima volta, ha il nome di Flavio Pasotti, presidente di Apindustria che interpreta la posizione della Provincia come «una sconfitta e la rinuncia all’ambizione per uno sviluppo migliore del territorio» puntando poi l’indice contro la Camera di commercio, colpevole, a suo avviso, di temere una gara europea per la concessione del D’Annunzio. E Bortoglio Agliardi dell’Associazione artigiani se la prende con la «politica dormiente» invitando gli amministratori ad agire con maggior decisione.

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