lunedì, Maggio 6, 2024
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Presentata una pubblicazione sui 700 organi censiti nella nostra provincia

Un libro racconta la storia della musica nelle chiese

Si è svolta ieri nella Sala degli affreschi di palazzo Broletto, la presentazione del quaderno dei «Bellissimi organi bresciani», opera che fa parte di un’iniziativa nata cinque anni fa da un’idea dell’assessorato alla Cultura di Brescia per promuovere le tematiche culturali di cui la Provincia si sta occupando. Questa collana si è occupata di argomenti svariati, a partire dall’illustrazione del sistema bibliotecario bresciano, alla ristampa anastatica del «Dizionario del dialetto bresciano», opere curate dal Sistema bibliotecario stesso, fino alla catalogazione dei beni culturali e alla descrizione degli scavi archeologici presenti a palazzo Martinengo. Si tratta quindi di un argomento nuovo, ma non per questo meno interessante. Infatti, come ha fatto notare il presidente della Provincia Alberto Cavalli «nel territorio bresciano sono stati segnalati circa 700 organi che rappresentano un patrimonio inestimabile sotto l’aspetto artistico, visivo e sonoro; ci si trova davanti a vere e propri capolavori, la cui decorazione è stata affidata ad artisti come Lamberti e Moretto,e ad intagliatori come i Boscaì. La Provincia – ha continuato il presidente Cavalli – vuole valorizzare al massimo questo strumento poco conosciuto, e proprio per questo motivo, con la collaborazione del Centro studi strumenti musicali bresciani, ha organizzato un concerto d’organo, tenuto dal maestro Umberto Forni, che si terrà venerdì 22 marzo alle ore 21, alla Chiesa di San Carlo a Brescia in via Moretto 8». Contribuisce inoltre a tenere vivo l’interesse per questo strumento anche la Scuola diocesana Santa Cecilia, che organizza ogni anno il Festival Antegnati giunto quest’anno alla XIV edizione e i concerti degli «Itinerari organistici bresciani su strumenti storici». Il professor Dassenno, autore dell’opera, ha voluto sottolineare il grande valore artistico e musicale di questi strumenti. Il patrimonio organario bresciano – ha detto il professore – deriva dall’impegno di famiglie organarie che hanno saputo creare scuole artistiche di altissimo livello, ed è conosciuto in tutto il mondo per il suo valore, non solo economico, stimato circa 350 miliardi, ma anche storico-artistico, considerato nella maggior parte dei casi inestimabile. È proprio per celebrare questo immenso patrimonio – ha continuato – che nella copertina del libro sono illustrate le canne dell’organo del Duomo vecchio, nel quale si nota una stratificazione storica di ben quattro secoli. L’opera è strutturata in tre sezioni, una storica che ripercorre l’evoluzione dell’organo a partire dal Rinascimento, la seconda che presenta le schede, corredate da un ottimo repertorio fotografico, dei 19 organi scelti come campione dell’intero patrimonio bresciano e l’ultima dedicata ai costruttori. «Quest’opera – ha voluto sottolineare il curatore, Albano Morandi – vuole essere un’opera divulgativa e non da addetti ai lavori, ed è per questo che abbiamo deciso di inserire anche un piccolo glossario dove vengono spiegati i termini tecnici utilizzati nelle schede».

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