sabato, Aprile 20, 2024
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Il Centro turistico giovanile ha pubblicato un volume di quattrocento pagine

Una guida sul monte Baldo per studiosi e appassionati

Un nuovo volume di quasi quattrocento pagine sul Monte Baldo. Si tratta di un lavoro che vuole essere una guida per studiosi e appassionati, una piccola summa interdisciplinare dei risultati e delle ricerche sul campo che ormai da una ventina di anni va conducendo con grande passione e competenza il Gruppo degli animatori culturali del Monte Baldo del Centro Turistico Giovanile. Sotto la guida dell’infaticabile animatore culturale di Maurizio Delibori, al quale, oltre all’ideazione e alla coordinazione di questo lavoro di divulgazione sul «paterno» Monte, va il merito, insieme a Elisa Fattorelli, della stesura del capitolo sugli aspetti geologici e naturalistici che apre il volume. Oltre che di quello conclusivo, relativo all’età moderna con una serie di schede illuminanti sui sistemi di fortificazione austriaca della Val d’Adige a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, fino alle trincee italiane della grande guerra e ai lavori dei genieri che contribuirono in modo determinante a configurare la viabilità montebaldina, «strade spesso ardite», completate durante il conflitto. Come ad esempio la strada che va da Spiazzi a Ferrara, quella da Novezza e Bocca Navene, la strada da San Zeno di Montagna a Prada, Naole e Costabella, la strada da Prada a malga Trovai e quella da Brenzone a Trovai, come si legge nel volume. Quello del Monte Baldo, fortemente marcato dalla presenza dell’uomo, è un paesaggio che viene letto integralmente in un’ideale unità di apporti attraverso i secoli e con una sottolineatura particolare agli aspetti floristico-faunistici, ancora oggi additati dagli studiosi come un unicum che offre continui motivi di interesse e di ricerca. Inq uesto quadro si inseriscono i capitoli di Armida Comencini e Vinicio Pradella sulla preistoria, quelli di Luciana Bresaola e Chiara Vicenzi sull’epoca romana e ancora quelli di Paola Carlieri e Gabriella Sartori sull’Alto Medioevo. Oltre alle pagine di Virginia Cristini sul Basso Medioevo, di Graziano Concari sull’epoca veneziana e le schede di Paolo Fulgidi sui funghi. Seguono poi le considerazioni di Virginia Cristini sulle frequentazioni botaniche e i numerosi disegni di Daniela Zambelli ed Elisabetta Fattorelli. La grafica del volume, curata da Bruno Pericolosi, è accattivante e segue uno schema ipertestuale che ha già dato buoni frutti nei precedenti «Quaderni del Baldo», curati da questo gruppo di ricercatori. Nella pagina si rende sempre visibile, attraverso l’immagine, gli argomenti trattati nei diversi capitoli del libro. E questo è appunto il grande pregio del volume, quello di poter essere accostato senza pregiudizi o esclusioni, da studiosi e da appassionati e anche da semplici escursionisti della domenica che vogliono godere e conoscere le bellezze di un panorama naturale incomparabile. Un panorama che si può gustare a pochi chilometri da casa. Ricchissime le schede di approfondimento sulle tradizioni religiose, sui santi e sulle credenze che nei secoli hanno accompagnato la vita della popolazioni montebaldine. E ancora, la vita economica e politica, l’architettura civile e religiosa, gli insediamenti umani, la consuetudine secolare dell’alpeggio e le proiezioni sull’attualità con il grande tema del Parco naturale di cui si parla fin dai primi anni ’70, ma mai fino ad oggi realizzato concretamente. Un lavoro di grande impegno che rimane nei fini di uno strumento divulgativo, ma rigoroso e completo, che ha la consapevolezza di inserirsi nella «mai conclusa conoscenza del territorio baldense e nel riconoscimento dei numerosi valori che esprime questo Monte».

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