L’ultimo week end di ottobre ha posto il sigillo alla stagione turistica sul Garda. Già ieri molti degli alberghi, rimasti aperti per questo fine settimana legato alla commemorazione dei santi e dei defunti, hanno chiuso i battenti. Torneranno a riaprirli a fine marzo in concomitanza con la festività e le vacanze pasquali. Una lunga pausa invernale per consentire a non poche aziende di mettere mano alle strutturazioni; non tanto per accrescere, come accadeva in passato, i posti letto, quanto per riammodernare e potenziare le attrezzature offrendo così maggiori servizi alla clientela sempre più interessata alla qualità e alla ricerca di nuove emozioni. Hotel, operatori di campeggi e villaggi turistici, quindi, impegnati a non perdere competitività in un momento difficile dato che la stagione, anche quest’anno, chiuderà con numeri in rosso per quanto concerne le giornate di presenza turistica. «Penso che chiuderemo l’annata», anticipa il presidente dell’Unione gardesana albergatori veronesi Giuseppe Lorenzini, «con una contrazione complessiva sul Garda intorno al cinque per cento, uguale al calo registrato lo scorso anno. La mancanza dei tedeschi è stata compensata in parte», precisa, «da maggiori presenze di italiani, olandesi e scandinavi. L’unica consolazione è che si tratta di un fattore generale con il Garda tutto sommato meno penalizzato di altre località turistiche». Improntate al pessimismo anche le previsioni di Marco Zaninelli del campeggio La Quercia di Lazise: «Ci troviamo in presenza di un calo di attività turistica che ritengo superiore al cinque per cento e che sta diventando strutturale, in quanto le prospettive sono in negativo anche per il prossimo anno. Non c’è qualità», denuncia Zaninelli, «e per di più mancano precisi indirizzi da seguire e iniziative per promuovere il territorio. Sono molto preoccupato non tanto per le aziende ricettive, che in qualche modo riusciranno ad ammortizzare e contenere la situazione, ma per il settore del commercio e della ristorazione». Momenti difficili. Paure legate al rallentamento dei consumi, a una situazione internazionale incerta e tormentata, al pericolo di attentati e alla Borsa che vanifica risparmi di milioni di persone. «Sono anni in cui bisogna stringere i denti e non aumentare i prezzi», suggerisce Lorenzini, «per non andare fuori mercato. Ma sono certo che con l’impegno di tutti riusciremo a superare questo momento di crisi e a vincere la sfida anche nei confronti delle località turistiche emergenti». Meno pessimista di tutti Antonio Pasotti presidente del consorzio di promozione turistica «Lago di Garda è», convinto che alla fine, con risultati chiari e definitivi, il calo delle giornate di presenza si attesterà intorno ai tre punti, quindi inferiore a quello dello scorso anno. «È stato fatto in collaborazione con Regione e Provincia un ottimo lavoro di promozione in Inghilterra», puntualizza, «e i risultati positivi non sono mancati con i cittadini britannici che hanno in parte rimpiazzato i tedeschi. Così è stato anche per il mercato turistico interno con il forte afflusso di italiani in tutto il comprensorio benacense. L’obiettivo è di rafforzare le iniziative per un Garda turistico invernale e primaverile all’insegna dell’enogastronomia e delle attività per il tempo libero legate al trekking, alla mountain bike e altre discipline sportive».
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Bilanci di fine stagione. Secondo gli operatori di categoria le perdite raggiungono il 5%, soprattutto tra i tedeschi. «Colpa della crisi generale, ma anche di mancanza di progettualità»