sabato, Maggio 4, 2024
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Ultimi 20 giorni per presentare osservazioni al piano d’area. La Regione sta ultimando le linee guida per lo sviluppo urbanistico locale

Venezia ridisegna il Garda

L’assessore regionale alle politiche per il territorio, Renzo Marangon, e il presidente della seconda commissione consiliare, Tiziano Zigiotto, hanno incontrato a porte chiuse i sindaci della zona Baldo-Garda e il presidente della Provincia, Elio Mosele, per un aggiornamento sull’iter di approvazione del piano d’area. Il piano da oltre quattro anni è in fase di realizzazione e gli stessi sindaci, nella riunione all’hotel Regina Adelaide, l’hanno reclamato ormai come inderogabile. I sindaci, infatti, hanno chiesto ai rappresentanti regionali, che la stesura del piano urbanistico del Baldo-Garda concluda il suo iter e che il documento venga approvato. Un potere sovraistituzionale quello della Regione, che si è riservata la programmazione urbanistica di alcune grandi aree del Veneto, tra queste la zona del Baldo-Garda, mentre la pianificazione di gran parte del territorio regionale è demandato ai piani provinciali. Non che la Provincia di Verona non abbia una parte rilevante nella pianificazione di questa zona, ma poiché a sua volta non ha ancora approvato il Ptcp (piano territoriale coordinamento provincia), quando adotterà il proprio strumento urbanistico, dovrà tenere presenti le linee guida della Regione. Il rapporto tra piano regionale e strumenti urbanistici provinciale e locali lo spiegano lo stesso assessore regionale e il presidente della Provincia. L’assessore Renzo Marangon precisa: «È da tempo che la Regione ha avviato le procedure per l’adozione del piano d’area del Baldo-Garda, adesso è arrivato il momento di renderlo esecutivo. Abbiamo fissato una data, il 21 febbraio, entro la quale i Comuni potranno inviare osservazioni o ritocchi al piano, poi si procederà alla fase d’adozione». «Il piano d’area», ha proseguito l’assessore regionale, «è una specie di piano regolatore generale dei piani regolatori comunali. Uno strumento di pianificazione territoriale con principi volti alla salvaguardia dell’area. Poiché la zona è un unicum straordinario, cioè è un’area omogenea, con un sistema ambientale e architettonico di pregio, il piano contiene norme di salvaguardia che porteranno a vincoli per l’ambiente». Il presidente della seconda commissione consiliare regionale, Zigiotto, ha precisato lo stato dell’iter: «Abbiamo dato una ventina di giorni per la presentazione di eventuali ulteriori osservazioni, che ci verranno consegnate il 21 nel prossimo incontro che faremo in Provincia, a Verona. Poi ci vorrà una settimana per l’esame delle integrazioni e a metà marzo il piano andrà all’adozione della giunta regionale. Altri 90 giorni per l’esposizione alle osservazioni, che poi dovranno essere esaminate, invio quindi alla seconda commissione consiliare per il parere e infine trasmissione in Consiglio regionale per l’approvazione definitiva». A conti fatti si andrà all’autunno prossimo, anche se il piano sarà applicativo già dall’adozione della giunta regionale. Dunque per l’estate potrebbero entrare in vigore molti vincoli al territorio posti dal documento sovraterritoriale, anche se il mondo ambientalista ha già espresso riserve sull’applicazione del piano, accusando la Regione di essere fuori tempo per l’adozione, poiché nel frattempo quasi tutti i comuni hanno approvato varianti ai piani regolatori. Marangon ha replicato: «Le varianti sono state tutte presentate entro il 28 febbraio 2005; poiché il piano d’area sarà sucessivo, non ci sarà contrasto». La contraddizione però sembra implicita, non potrebbe essere troppo tardi dare delle regole, quando il territorio è già stato pianificato dalle varianti? Ancora l’assessore: «Non c’è contraddizione, considerato che il piano d’area pianifica in maniera molto più vasta e generale e non entra nel dettaglio delle varianti comunali, con peculiarità particolari». Qualche incongruenza sembra però rimanere, dato che le varianti comunali sono al vaglio della Regione, la quale nel momento in cui adotta il piano d’area dovrà anche applicarlo, quindi se ci saranno delle contraddizioni tra le linee guida del piano e le varianti comunali, quest’ultime dovranno essere adeguate. E poi non va dimenticato il piano provinciale, altro strumento sovracomunale, che, come spiega il presidente della Provincia, Elio Mosele, «È già stato sottoposto all’approvazione della Regione due volte. La prima è stato bocciato, la seconda non è stato esaminato perché deve essere sottoposto alla nuova legge urbanistica regionale». «Stiamo facendo il documento preliminare», ha precisato Mosele, «con le linee generali, che dovranno essere approvate dalla Regione entro l’anno. Il Ptcp dovrà tener conto delle indicazioni del piano d’area, come dei Pat, piani di ambito territoriale, ex prg e dei Pati, piani intercomunali, che prima non esistevano». Un insieme di piani territoriali, che possono sembrare un labirinto normativo, una piramide di programmazioni urbanistiche, spesso aggirate con varianti parziali che continuano a destinare centinaia di migliaia di metri quadrati a nuove urbanizzazioni.

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