lunedì, Aprile 29, 2024
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Torna in auge il progetto della strada di mezza costa nell’Alto Garda, tra Salò e Limone.

Viabilità gardesana

Torna in auge il progetto della strada di mezza costa nell’Alto Garda, tra Salò e Limone. È questa, secondo alcuni amministratori altogardesani, l’unica soluzione concreta per far fronte all’innegabile inadeguatezza della Gardesana Occidentale, ormai non più transitabile secondo i ritmi e i gusti delle nostre giornate. La proposta è stata rilanciata dal sindaco di Gardone Riviera, Alessandro Bazzani, intenzionato ad inserire la previsione del tanto discusso collegamento viario nel nuovo Piano regolatore comunale. Realizzata a tempo di record negli anni Trenta, con la benedizione del Vate che dal Vittoriale battezzò «il Meandro», la «45 bis» sembra aver fatto il suo tempo. Tra il rischio frane e la palese incapacità di reggere la mole del traffico dei giorni nostri, la vecchia Gardesana Occidentale non soddisfa più le esigenze sociali ed economiche dell’Alto Garda Bresciano. Torna così a farsi strada il vecchio e tanto dibattuto progetto del collegamento viario di mezza costa. L’idea è stata riproposta dal primo cittadino gardonese nel corso della riunione consiliare di lunedì: «Inseriremo la strada alta – ha detto Bazzani – nel nuovo Piano regolatore. Se non lo facciamo ora credo che in futuro potremmo pentircene amaramente». Secondo l’Amministrazione gardonese, che proprio nei giorni scorsi ha affidato l’incarico di redigere il nuovo strumento urbanistico ad un professionista di Verona, quella della strada di mezza costa è una scelta quasi obbligata per il futuro della zona. E Bazzani non è il solo a pensarla così. «Abbiamo interpellato – spiega – i nostri vicini: Salò non si è detto favorevole ma neppure contrario, mentre a Toscolano Maderno è già stato manifestato un parere positivo a questo progetto». Il sostegno a questo disegno di riorganizzazione della viabilità gardesana non dovrebbe mancare neppure da parte del nuovo direttivo della Comunità montana Parco Alto Garda Bresciano. Negli indirizzi generali di governo della maggioranza dell’Ente parco si legge infatti: «Sarà necessario promuovere le condizioni per la verifica della fattibilità di soluzioni viabilistiche alternative-integrative alla Gardesana. La Comunità montana, di concerto con i Comuni e la Provincia, si adopera con ogni sforzo, anche attraverso la promozione di strumenti di programmazione negoziata, per l’effettivo avvio di un’opera infrastrutturale di grande importanza per la buona riuscita di qualsiasi altro intervento sul territorio». Insomma sono molti a considerare inaccettabile che in una delle più belle zone turistiche d’Italia, nel ricco Nord, l’unico asse viario esistente a servizio delle popolazioni residenti e del turismo (che costituisce il settore portante dell’economia locale) si trovi in una situazione tanto precaria e di continuo pericolo. Il dibattito è dunque aperto. Ora non è difficile prevedere le reazioni di coloro che considerano inammissibile, a livello ambientale e paesaggistico, la realizzazione di un serpente d’asfalto e cemento che, tra viadotti e gallerie, andrebbe a dividere in due l’area naturale protetta altogardesana. Non sono infatti pochi neppure coloro che vedono nella strada di mezza costa una violenza umana nei confronti di un territorio di pregio assoluto che andrebbe lasciato in pace. Se da un lato si possono immaginare i vantaggi che il progetto potrebbe comportare, dall’altro risulta difficile valutare le conseguenze ambientali e d’immagine per la zona collinare dell’Alto Garda, area che sta specializzando la propria offerta turistica in funzione di un movimento vacanziero che cerca la tranquillità e l’armonia di territori per certi versi ancora incontaminati. (bot.)

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