venerdì, Aprile 19, 2024
HomeManifestazioniAvvenimentiAlla ricerca delle Aole del Garda
Dopo il carpione, va in crisi anche l’aola. La rarefazione della presenza dell’alborella nelle acque del più grande lago italiano risale almeno al ’95.

Alla ricerca delle Aole del Garda

Dopo il carpione, va in crisi anche l’aola. La rarefazione della presenza dell’alborella nelle acque del più grande lago italiano risale almeno al ’95. E, nonostante un certo recupero registrato proprio recentemente, l’aola continua a rimanere un sorvegliato speciale. Tanto che oltre alle iniziative delle Province che si affacciano sul Garda si è occupato del piccolo e argenteo pesce anche il Ministero dell’ambiente. L’on. Edo Ronchi, pochi giorni prima di lasciare il ministero, ha infatti risposto ad un’interrogazione proposta dal senatore del lago Massimo Wilde che appunto lo sollecitava a prendere posizione sull’opportunità di continuare a immettere nel Garda centinaia di milioni di coregoni: Wilde chiedeva se l’aumento rapido del lavarello stia causando uno squilibrio dell’ecosistema del Benaco così che a farne le spese sarebbe anche un altro tra i pesci più pregiati, cioè il carpione. L’alborella, secondo i dati e le segnalazioni degli ittiologi, risulta in calo un po’ ovunque in Italia. Nei grandi laghi prealpini il fenomeno, iniziato nei primi anni Novanta è risultato molto marcato anche se localmente pare sia un atto un certo recupero della specie. Secondo l’ittiologo veronese Ivano Confortini, consulente dell’Amministrazione provinciale di Verona, l’alborella ha subito nel Garda un decremento del 95-98%. Prima di allora il pescato su tutto il lago oscillava attorno a 100 tonnellate e in alcuni anni addirittura raggiungeva le 200. Nel ’97 le previsioni di pesca si sono attestate attorno a 4-5 tonnellate. Quali le cause del fenomeno? Il Ministero dell’ambiente, pur dichiarando che il problema esula dalle sue competenze, ha egualmente affrontato il problema basando la risposta sugli elementi forniti dalla Provincia di Verona. Il ministero conferma che l’albumus alborella ha subito la rarefazione a partire dal ’95. Pur essendo in passato la specie soggetta a periodiche oscillazioni della sua densità, mai si era assistito ad un così elevato decremento… Le cause che hanno determinato tale situazione nel lago di Garda non sono ancora note anche se non è affatto difficile supporre che debbano essere ricercate nei modificati equilibri fra le varie specie ittiche che occupano la stessa nicchia ecologica e nelle mutate condizioni ambientali. C’è scetticismo sull’ipotesi di attribuire le cause a predatori come luccio e persico. Entrambe le specie erano infatti presenti in passato in misura più abbondante dell’attuale. Ne è finita nel mirino la qualità dell’acqua che è buona e non sembra creare problemi, e nemmeno i livelli del lago. Fra le fonti di disturbo viene individuato il fitoplancton o mucillagine che sui bassi fondali potrebbe coprire e soffocare le uova. E ancora: la presenza accresciuta di anatidi che si nutrono delle uova. Ma si tratta, per gli esperti, di una causa minore. Viene invece posto l’accento, nella relazione del Ministero, sull’aumento rapidissimo del lavarello che sta determinando – recita testualmente la risposta del ministro – uno squilibrio nell’ecosistema Benaco. A farne le spese sono il carpione, e forse l’alborella, con la quale condivide in parte lo stesso tipo di alimentazione. L’aola non si presta a iniziative di ripopolamento e pertanto si stanno valutando iniziative atte a contenere il fenomeno. mor.

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video