lunedì, Maggio 13, 2024
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L’approfondita ricerca di un neo geometra ricostruisce la storia dell’antico casato lacustre. Il loro palazzo è una risorsa turistica: ospita il Giardino di delizia

Bettoni, una famiglia da tesi

Si è presentato all’esame di maturità mirando davvero in alto e discutendo una tesi (in gergo questi lavori, presentati al termine della scuola superiore, sono definiti «tesine») di 170 pagine dal titolo che intimidisce: «L’ultima carica della cavalleria di tutti i tempi: la famiglia Bettoni nella storia di Gargnano e dell’Italia». L’autore è il diciannovenne Andrea Bariletti, neodiplomato geometra al Battisti di Salò (con 100/100) gargnanese dell’entroterra. Il giovane ha sostenuto il colloquio ostentando sicurezza e quando il vice preside del suo istituto, Piercarlo Belotti, gli ha messo a disposizione una sedia con braccioli, meglio indicata per una lunga discussione, il ragazzo ha tranquillizzato la commissione con un «non era il caso», che sottolineava tranquillità e preparazione. Poi la tesi, apprezzata, e che ha sollevato un unico rimbrotto: «avresti dovuto mettere tutto il materiale su Cd Rom» ha osservato un insegnante. Come dire: è un lavoro ben fatto, non dovevi fermarti allo scritto su carta. L’elaborato «pluridisciplinare» si presenta come unico nel suo genere, anche per la difficoltà di analizzare il materiale riferito alla famiglia ed alla costruzione del palazzo in riva al Garda. Bariletti ci ha provato, percorrendo le vicende della famiglia bresciana dei conti Bettoni Cazzago (i cui eredi hanno messo parte del materiale a disposizione del ragazzo) e la costruzione del magnifico palazzo che si trova a Bogliaco. Negli anni più recenti, il giardino è utilizzato dal Fai per la mostra «Giardino di Delizia», esposizione di piante e fiori che in primavera attrae sul lago migliaia di visitatori. Dice il neodiplomato: «Il palazzo settecentesco, il giardino formale con la prospettiva scenografica e le colture agricole storiche connesse, unitamente alla presenza di elementi arborei di grande rilevanza, conferiscono al luogo una considerevole importanza per la storia dell’architettura e del paesaggio lombardi». La tesi solleva riflessioni anche sul prospiciente giardino all’italiana, «di impianto formale, essenziale estensione del palazzo, ideato alla fine del 17° secolo dall’architetto fiorentino Amerigo Vincenzo Pierallini. La scalinata teatrale completata da un elaborato progetto botanico che considera anche le necessità di una coltura specializzata quale quella degli agrumi, ripropone nella sua monumentalità le intenzioni di tutta la famiglia che anche per il giardino del palazzo desidera realizzare un’opera definibile come la cosa più bella di tutta la Lombardia». La tesi si sviluppa partendo dalla genealogia della famiglia Bettoni, che resta «l’unica famiglia, fra le più illustri della riviera di Salò, a risiedere ancora sul lago e in Brescia. Erano bresciani o rivieraschi? Non è possibile stabilirlo». Si sa per certo, invece, che appartennero alla famiglia uomini di cultura, storici, deputati che hanno consentito la ricostruzione di un lungo periodo, tra sette e ottocento. Poi la tesi si sviluppa, con illustrazione e descrizione delle caratteristiche architettoniche ed artistiche del palazzo e del giardino. Analizza, inoltre, specifici argomenti: dalla tutela del patrimonio artistico e ambientale fino al risanamento conservativo, per concludersi con una proposta di restauro del giardino prospettico.

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