giovedì, Novembre 30, 2023
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Bettoni, una famiglia da tesi

Si è pre­sen­ta­to all’e­same di matu­rità miran­do davvero in alto e dis­cu­ten­do una tesi (in ger­go questi lavori, pre­sen­tati al ter­mine del­la scuo­la supe­ri­ore, sono defin­i­ti «tesine») di 170 pagine dal tito­lo che intimidisce: «L’ul­ti­ma car­i­ca del­la cav­al­le­ria di tut­ti i tem­pi: la famiglia Bet­toni nel­la sto­ria di Gargnano e del­l’I­talia». L’au­tore è il dician­novenne Andrea Bar­ilet­ti, neodiplo­ma­to geome­tra al Bat­tisti di Salò (con 100/100) gargnanese del­l’en­troter­ra. Il gio­vane ha sostenu­to il col­lo­quio osten­tan­do sicurez­za e quan­do il vice pre­side del suo isti­tu­to, Pier­car­lo Belot­ti, gli ha mes­so a dis­po­sizione una sedia con brac­ci­oli, meglio indi­ca­ta per una lun­ga dis­cus­sione, il ragaz­zo ha tran­quil­liz­za­to la com­mis­sione con un «non era il caso», che sot­to­lin­ea­va tran­quil­lità e preparazione. Poi la tesi, apprez­za­ta, e che ha soll­e­va­to un uni­co rim­brot­to: «avresti dovu­to met­tere tut­to il mate­ri­ale su Cd Rom» ha osser­va­to un inseg­nante. Come dire: è un lavoro ben fat­to, non dove­vi fer­mar­ti allo scrit­to su car­ta. L’e­lab­o­ra­to «pluridis­ci­pli­nare» si pre­sen­ta come uni­co nel suo genere, anche per la dif­fi­coltà di anal­iz­zare il mate­ri­ale rifer­i­to alla famiglia ed alla costruzione del palaz­zo in riva al Gar­da. Bar­ilet­ti ci ha prova­to, per­cor­ren­do le vicende del­la famiglia bres­ciana dei con­ti Bet­toni Caz­za­go (i cui ere­di han­no mes­so parte del mate­ri­ale a dis­po­sizione del ragaz­zo) e la costruzione del mag­nifi­co palaz­zo che si tro­va a Bogli­a­co. Negli anni più recen­ti, il gia­rdi­no è uti­liz­za­to dal per la mostra «Gia­rdi­no di Delizia», espo­sizione di piante e fiori che in pri­mav­era attrae sul lago migli­a­ia di vis­i­ta­tori. Dice il neodiplo­ma­to: «Il palaz­zo set­te­cen­tesco, il gia­rdi­no for­male con la prospet­ti­va scenografi­ca e le col­ture agri­cole storiche con­nesse, uni­ta­mente alla pre­sen­za di ele­men­ti arbor­ei di grande ril­e­van­za, con­feriscono al luo­go una con­sid­erev­ole impor­tan­za per la sto­ria del­l’ar­chitet­tura e del pae­sag­gio lom­bar­di». La tesi soll­e­va rif­les­sioni anche sul prospiciente gia­rdi­no all’i­tal­iana, «di impianto for­male, essen­ziale esten­sione del palaz­zo, ideato alla fine del 17° sec­o­lo dal­l’ar­chitet­to fiorenti­no Ameri­go Vin­cen­zo Pier­alli­ni. La scali­na­ta teatrale com­ple­ta­ta da un elab­o­ra­to prog­et­to botan­i­co che con­sid­era anche le neces­sità di una coltura spe­cial­iz­za­ta quale quel­la degli agru­mi, ripro­pone nel­la sua mon­u­men­tal­ità le inten­zioni di tut­ta la famiglia che anche per il gia­rdi­no del palaz­zo desidera real­iz­zare un’­opera defini­bile come la cosa più bel­la di tut­ta la Lom­bar­dia». La tesi si svilup­pa par­tendo dal­la genealo­gia del­la famiglia Bet­toni, che res­ta «l’u­ni­ca famiglia, fra le più illus­tri del­la riv­iera di Salò, a risiedere anco­ra sul lago e in Bres­cia. Era­no bres­ciani o riv­ieraschi? Non è pos­si­bile sta­bilir­lo». Si sa per cer­to, invece, che apparten­nero alla famiglia uomi­ni di cul­tura, stori­ci, dep­u­tati che han­no con­sen­ti­to la ricostruzione di un lun­go peri­o­do, tra sette e otto­cen­to. Poi la tesi si svilup­pa, con illus­trazione e descrizione delle carat­ter­is­tiche architet­toniche ed artis­tiche del palaz­zo e del gia­rdi­no. Anal­iz­za, inoltre, speci­fi­ci argo­men­ti: dal­la tutela del pat­ri­mo­nio artis­ti­co e ambi­en­tale fino al risana­men­to con­ser­v­a­ti­vo, per con­clud­er­si con una pro­pos­ta di restau­ro del gia­rdi­no prospet­ti­co.

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