Continua la grande sete. Il lago di Garda è 50 centimetri sopra lo zero idrometrico, cioè 85 in meno rispetto ai 135 centimetri che sono la media dei livelli in questa stagione. In aggiunta, non piove da oltre un mese. Al capezzale dell’agricoltura, perchè è questo il grande malato per ora, ieri si sono incontrati i rappresentanti dei consorzi irrigui e agricoli del mantovano, della Comunità del Garda (il vicepresidente Vincenzo Ceschini, che è anche il responsabile ed esperto del settore Ambiente) coordinati dal presidente del Consorzio Mincio. Se non piove e se non verrà rilasciata acqua dal Garda nei prossimi giorni, oltre 100 mila ettari di colture rischiano di andare in fumo. Il settore è sull’orlo di una crisi irreversibile. Sui rilievi del bacino gardsano non c’è più neve, i ghiacciai sono compromessi da tempo, in cinque mesi è piovuto un terzo della media. E le colture pregiate dell’entroterra ma, soprattutto, quelle dell’alto e basso mantovano, che vivono con l’acqua del grande lago, rischiano di inaridirsi. E allora i provvedimenti-tampone adottati ieri a Mantova sono di aprire le paratìe della diga di Salionze per 48 ore, a partire da lunedì prossimo, per scaricare 60 metri cubi al secondo. I livelli del Garda, spiega a «Bresciaoggi» il prof. Vincenzo Ceschini, diminuirebbero, di conseguenza, di 2-3 centimetri, arrivando a 47-48 cm sopra lo zero idrometrico. Una soglia non ancora drammatica per il lago, ma preoccupante. Del resto, l’agricoltura rischia di finire in ginocchio e mai, come ieri, sono stati messi da parte campanilismi e ruggini di vecchia data. La raccolta di barbabietole è quasi allo stremo, quella del mais e i prati si stanno avvicinando a grandi passi. Oggi da Salionze escono 8 metri cubi al secondo, il minimo per irrigare il Parco del Mincio. I 60 metri cubi d’acqua sono stati implorati dai tre principali consorzi mantovani. E se non dovesse piovere (le previsioni riportate nel servizio in alto purtroppo non alimentano grandi speranze) allora si costituirà un comitato di crisi, formato da tutti i presidenti consortili per prendere ulteriori decisioni, ovvero aprire le paratìe della diga di Salionze. Fino alla festività dell’Ascensione, ha osservato Ceschini durante la riunione, si potrà anche derogare pur cercando di mantenere una soglia minima per il Garda. Oggi la navigazione è ancora a mezzo servizio, ma dopo quella data, che segna l’avvio della stagione turistica, si dovranno fare i conti sia con la navigazione pubblica e privata, sia con i fabbisogni dell’agricoltura. Senza contare che il Garda approvvigiona di acqua parecchi Comuni rivieraschi: Desenzano, Sirmione, Moniga. Infine, Ceschini ha lanciato un invito alle Regioni Lombardia, Veneto e Trentino. «Acquistate una grande draga, dividendovi le spese, per pulire i canali di transito delle navi di linea e di accesso ai porti: altrimenti, anche la navigazione sarà in ginocchio». Ma il grido d’allarme della Comunità del Garda verrà ascoltato?
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Il più grande lago italiano è 85 cm sotto la media del periodo: il problema per ora riguarda l’agricoltura ma rischia di allargarsi
Mantova chiede acqua al Garda
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