Stagione nera per il turismo del basso Garda. Ieri mattina molti albergatori e commercianti hanno potuto leggere i primi dati statistici di un anno che, salvo miracoli in settembre e ottobre, si chiude in profondo rosso. Difficile pensare infatti che Sirmione possa recuperare quel 10 per cento in meno di presenze turistiche in poco più di un mese (i risultati si riferivano al periodo gennaio-agosto) e Desenzano il 2,5 per cento. Sorpresa? No, affatto. Le previsioni erano state tutte azzeccate già due mesi fa, sia dagli albergatori sia dai commercianti. Le cause sono molteplici, stando alle dichiarazioni degli interessati. Si va dalla congiuntura economica in Germania e Austria (grande serbatoio di turisti per il Garda) all’introduzione dell’euro, da un nuovo modo di fare vacanza (soggiorni frequenti ma ridotti a due-tre giorni) a una probabile disaffezione, specie tra i giovani, nei confronti delle rive del lago. E infine all’ingiustificato aumento dei prezzi al consumo. Tra gli scaffali e sui banchi di supermercati e negozi molti prodotti sono in vendita a prezzi esagerati, in alcuni casi il doppio rispetto allo scorso anno. Anche nei bar e nei ristoranti, come ammette lo stesso presidente dell’Ascom di Sirmione, i prezzi sono saliti alle stelle divenendo proibitivi per molte famiglie. E questo non ha certo incoraggiato il turista a fare una vacanza sul Garda. Mettiamoci poi il problema del traffico e delle lunghe, interminabili code che si formano, ogni fine settimana e nei tre mesi estivi, tra Desenzano e Sirmione, la carenza di parcheggi, gli ingorghi agli incroci della Perla, del Desenzanino (ma quando aprirà il centro commerciale dei «Diamanti» al viadotto cosa mai succederà?), di via Dal Molin e di Colombare. «Abbiamo notato quest’anno – dice Dino Barelli, presidente degli albergatori sirmionesi – vacanze sempre più corte con problemi nelle tasche dei turisti. Per il prossimo anno occorre ripensare a molte cose e a nuove idee, attrezzandoci di conseguenza. Le aziende alberghiere dovranno capire prima e andare incontro poi alle esigenze della clientela». Il commercio sirmionese langue. Lo conferma Raoul Negri, presidente della locale Ascom, il quale precisa che «c’è stato un calo tra il 10 e il 15% del volume d’affari che, in certe zone, sale fino al 20%». «La ristorazione e i pubblici esercizi hanno sofferto un po’ meno grazie all’incremento dei prezzi – continua -. I saldi? Non sono d’accordo con la Regione che ha decretato quasi tre mesi di vendite, i saldi sono andati bene solo per i primi 8-10 giorni». Secondo Negri, inoltre, «la colpa è del sistema e di una carente strategia, che è apparsa molto frammentata». Da Sirmione a Desenzano il passo è breve. «Solo in agosto abbiamo visto turisti che hanno soggiornato più di una settimana, per il resto – osserva Saverio Ziliani, numero uno degli albergatori – ci troviamo di fronte a vacanze molto brevi. Inoltre, i tedeschi hanno potuto spendere molto meno. Nel futuro non possiamo prevedere nuovi mercati, il cliente del Garda è generalmente uno che arriva in auto o con l’aereo e non è legato ai tour operator. «C’è poi da analizzare un aspetto. Siamo sicuri – conclude – che i giovani austriaci o tedeschi amino il Garda quanto i loro genitori? Perché ne vedo sempre di rado». Calo di vendite anche tra i commercianti desenzanesi. Raffaella Visconti Curuz e Giuseppe De Gasperini dell’Ascom così commentano la brutta stagione: «Ci sono dei fatti congiunturali alla base, ma vorremmo aggiungere anche fatti locali come la carenza endemica di parcheggi, la chiusura del lungolago la sera e il problema degli ambulanti abusivi che danneggiano la categoria. Il rincaro dei prezzi? D’accordo, a Desenzano c’è, ma si tratta di un fenomeno generalizzato a tutta l’Italia». E basta andare in una qualsiasi località turistica per rendersene conto.
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La crisi del turismo. Il calo delle presenze sul lago conferma che i gusti dei villeggianti, complice l’euro, sono cambiati. Sotto accusa i prezzi e il traffico caotico: «Bisogna ripensare molte cose»
«Vacanze brevi e al risparmio»
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