lunedì, Luglio 7, 2025
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Il drastico calo delle nascite mette in forse il futuro delle scuole nei paesi di montagna. A Valvestino solo 4 iscritti, a Montegargnano 14. Preoccupati i Comuni

Pochi bimbi, materne a rischio

Prospettive in chiaroscuro per le scuole dell’Infanzia altogardesane. Il pendolo oscilla da quella di Valvestino, sul viale della chiusura, passando per quella di Montegargnano che sopravvive seppure con numeri risicati, fino a quelle di Gargnano, Tignale, Limone e Tremosine, che paiono godere di ottima salute. Tutte le realtà vedono le Amministrazioni locali mettere sul tavolo notevoli risorse per garantire il servizio che, solo in due casi (Limone e Tignale) è statale. Ordinarie le cause delle difficoltà: la realtà periferica, la bassa densità di popolazione, la riduzione a volte drastica dei bambini. Il caso più palese riguarda la Valvestino. A Turano, sono solamente quattro i bambini che frequentano, affidati a una maestra e a una cuoca della Cooperativa Nigritella Orione. A settembre, sul cancello si presenterà un solo bambino che, verosimilmente, troverà la scuola chiusa. Troppo pochi i bambini. Situazione che, per gradi, andrà fatalmente a coinvolgere anche il futuro della scuola primaria di primo grado (la elementare), ora frequentata da 14 alunni, ma che presto erediterà i problemi della Materna. Sul resto dell’alto lago la situazione più delicata interessa la scuola materna Castellani di Montegargnano. Costruita e mandata avanti dalla parrocchia, vi lavorano una maestra e una cuoca. I bambini iscritti sono 14 e, dal prossimo anno, dovrebbero ulteriormente ridursi. Il Comune ha da sempre sostenuto questa struttura con contributi diretti e integrando le rette versate da alcune famiglie. Una scelta che viene confermata: sono 24.000 gli euro erogati quest’anno contro i 22.000 dello scorso anno. Vale a dire poco meno di 1800 euro all’anno per ogni bambino iscritto, una cifra doppia rispetto a quella investita dalla stessa Amministrazione comunale per la materna «Feltrinelli» di Gargnano, dove i piccoli sono 51, con un leggero calo il prossimo anno. La cifra erogata è scesa dai 59.000 euro dello scorso anno a 53.000, che equivalgono a un migliaio di euro all’anno per ogni bambino. In base al reddito, le famiglie versano fino a una retta massima di 141 euro mensili sia a Gargnano che sul Monte, con integrazione del Comune per chi paga di meno, oltre a un contributo di trasporto, anch’esso erogato in base al reddito. Sono pochi, dunque, i bambini del Monte, «ma la situazione non condurrà alla chiusura», assicura Fernanda Bertella, assessore all’Istruzione di Gargnano. A Tremosine (scuola intitolata a monsignor Zanini), sono iscritti 55 bambini con andamento costante anche in prospettiva. Qui incide l’elevata presenza di immigrati che, nelle scuole medie, supera a volte il 30%. Vi lavorano 3 insegnanti e due cuochi e la scelta del Comune è di intervenire per l’abbattimento delle spese. Alle famiglie è richiesto il pagamento di una retta di 120 euro mensili. Ogni anno, il contributo comunale ammonta a 30.000 euro, cui nel 2005 se ne sono aggiunti 51.000 del Ministero e 5.000 della Regione. «Interveniamo alla radice del problema – dice il sindaco Francesco Briarava – accollandoci i costi dell’immobile». A Tignale frequentano 35 bambini, in leggera discesa il prossimo anno. Vi lavorano 3 insegnanti e 2 collaboratori scolastici. Numeri simili a Limone, con 42 bambini (prospettiva in leggero calo) accuditi da 4 insegnanti (più un altro educatore per qualche ora) e 2 collaboratori scolastici. Essendo Statali, Limone e Tignale non richiedono alcun pagamento di retta alle famiglie.

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