sabato, Maggio 4, 2024
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Si è conclusa positivamente la giornata del monitoraggio in 65 diversi punti sul Garda. Ampi consensi anche dall’Ente del turismo tedesco. L’Agenzia regionale chiede l’ampliamento del depuratore di Peschiera

Acque del lago, il sì dei tecnici

Lo stato di salute delle acque del lago è ottimo: lo dicono i risultati dei prelievi periodici effettuati dall’Arpav di Verona. Di questi esiti positivi ne beneficiano le località della riviera veronese gardesana, tutte aperte alla balneazione. Una condizione più che soddisfacente alla quale ha contribuito anche il potenziamento dell’impianto di collettamento sublacuale e il by-pass, entrato in funzione nel 2005, che convoglia nel Mincio gli scarichi in emergenza, quelli che il depuratore di Peschiera non riesce a processare. E’ questo il quadro emerso ieri dalla giornata di monitoraggio delle acque di balneazione del lago eseguita dall’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto che presto aprirà una sede distaccata del suo «Ufficio lago di Garda». «Sono un grande estimatore di quest’area, e mi fa particolarmente piacere ricevere, sul mio tavolo, report quotidiani dei miei tecnici che indicano una situazione più che buona: un dato che é la migliore risposta possibile ai fini dell’economia turistica», sottolinea Andrea Drago, direttore generale dell’Arpav. «E’ altrettanto chiaro, però, che a questo si è arrivati anche grazie al miglioramento dell’impianto di collettamento e alla realizzazione del by-pass che scarica direttamente nel Mincio. Oggi possiamo dire che nella zona veronese si scarica circa il 10% di quello che si scaricava nel 2003. Ma questa non può essere la soluzione che garantisce la qualità dell’acqua del Garda: occorre portare a termine quanto prima l’ampliamento del depuratore di Peschiera». La salute del lago di Garda viene monitorata dai tecnici dell’Arpav di Verona con serie diverse di esami. E anche quest’anno la situazione sembra più che buona per la salute di turisti e residenti. «Per la balneazione, la stagione delle campionature inizia il primo di aprile e termina il 30 settembre», spiega Giorgio Franzini, biologo responsabile dell’Ufficio lago di Garda del dipartimento Arpav Verona. «Dobbiamo effettuare un minimo di dodici prelievi, cosiddetti routinari, che solitamente sono due per ogni mese. I punti di campionamento sono 65, tra Peschiera e Malcesine, tutti individuati dalla Regione». Per eseguire questi test i tecnici escono con un’imbarcazione e prelevano una sorta di «bottiglia» di acqua trenta centimetri sotto il pelo dell’acqua. Il liquido prelevato viene inviato in laboratorio per la conta dei microrganismi eventualmente presenti (coliformi fecali, coliformi totali, streptococchi fecali, escherichia coli). Un’altra parte della strumentazione utilizzata dall’Arpav serve, invece, per la misurazione sul posto di altri parametri: la temperatura dell’acqua, dell’aria, l’ossigeno disciolto il Ph (acidità) dell’acqua. «Questi dati vengono inseriti in un appositi moduli e insieme ai risultati del laboratorio inviati alla nostra sede di Padova e quindi in regione. Da qui partono per il ministero della Salute», spiega ancora Franzini. L’eventuale presenza di parametri fuori dalla norma viene segnalata ai Comuni di pertinenza che fanno scattare i divieti di balneazione e una serie di controlli suppletivi da parte dell’Arpav. La balneazione viene ripristinata con due prelievi routinari consecutivi con esito normale. Oltre alla balneazione, l’Arpav esegue, lungo tutto l’arco dell’anno, monitoraggi per la cosiddetta «sorveglianza algale e limnologica». «Anche in questo caso abbiamo registrato risultati positivi: i livelli, anche se in aumento, sono nella norma», dice Franzini, «e nella parte veronese del Garda non ci sono state fioriture preoccupanti come era, invece, accaduto in anni precedenti». Un quadro soddisfacente, dunque, che ha ricevuto i consensi anche dall’Ente del turismo tedesco. «Da qualche tempo, a fine stagione, arriva per iscritto un documento di apprezzamento non solo per la qualità delle acque del lago», conferma Attilio Tacconi, direttore di Arpav Verona, «ma anche per la rigorosità dei nostri metodi di controllo. Per noi tecnici un riconoscimento importante».

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