Nel film «Minority Report» di Spielberg, il poliziotto Tom Cruise scrutava nella mente di ignari cittadini, prevenendo in anticipo futuri crimini. Su un versante non delittuoso e più leggero potremmo assistere alla nascita di camerieri-investigatori, esperti nel mettere alla porta bambini troppo vivaci. Prima che rovescino pappe al pomodoro sulle tende o sul décolleté delle turiste straniere. Questo scenario fanta-comico viene suggerito dal singolare caso occorso a Alessandro Corsini, 38enne bresciano, artigiano ed ex allenatore di nuoto. Poche sere fa, in vacanza a Gardone Riviera con la famiglia (moglie e due figli), tenta di cenare alla pizzeria ristorante «Emiliano», nel centro della cittadina lacustre. Presentatosi con il figlio di 2 anni all’ingresso del locale, viene fermato dalla moglie del titolare, che, prima di concedergli un tavolo per quattro, gli chiede: «Ma come sono i suoi figli?». Alessandro, pensando che la domanda sia scherzosa, risponde ridendo che i suoi figli sono «ovviamente terribili», in un tentativo di captatio benevolentiae che però va a vuoto. «Ah, allora questa non è la pizzeria che fa per voi. Andate da un’altra parte, perché i bambini qui è meglio se non ci sono», è la replica della signora. Corsini rimane esterrefatto dalla richiesta della donna e, non volendo innescare una discussione con il bimbo in braccio e il resto della famiglia affamato in strada, esce dal locale. La giovane moglie, che attende fuori assieme alla bimba di 4 anni, non crede alle sue orecchie e prova di nuovo a chiedere un tavolo. Ma non c’è nulla da fare. I gestori preferiscono non avere problemi con i bambini, «specialmente il pizzaiolo». La famiglia, incredula, si allontana dal locale e trova subito una pizzeria, che, come le altre contattate da Bresciaoggi, si presenta da subito nel modo più accogliente possibile nei confronti di pargoli, bimbetti e adolescenti.Alessandro ancora non si capacita dell’accaduto: «Ci hanno detto, per giustificare il rifiuto, che i bambini non tranquilli non vanno bene nel loro locale, che non vogliono sentire schiamazzi e che i genitori, al giorno d’oggi, non sono in grado di tenere al guinzaglio i figli». Corsini si sente molto amareggiato per il trattamento ricevuto: «Saranno i genitori a pensare al comportamento dei figli in un locale pubblico, però non si può impedire l’ingresso ai bambini. Non si vieta quasi più ai cani. Ai bimbi invece si sbarra il passaggio, preventivamente, sulla base di un potenziale e non dimostrato fastidio?» Questa l’avventura capitata a una giovane famiglia bresciana, in un florido centro dell’alto Garda in cui è facilissimo trovare ristoranti dotati di moderni fasciatoi e seggioloni che possano aiutare le coppie con figli piccoli. Contattati da Bresciaoggi, i gestori della pizzeria poco tenera con i bambini hanno preferito non rilasciare dichiarazioni. L’ episodio in provincia di Brescia appare isolato ma in alcuni paesi anglosassoni evoca un fenomeno più vasto, descritto in una puntata della sit-com di successo «Sex and the city».
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A una famiglia negato l’accesso a un locale di Gardone Riviera perchè i figli avrebbero potuto essere «molesti». «Ci hanno detto che i genitori non sono in grado di tenere al guinzaglio i figli»