martedì, Novembre 5, 2024
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Ospedale di Malcesine da chiudere. La protesta si allarga a macchia. Sabato in strada con infermieri e pazienti E sul fronte trentino si muove Olivieri: «E' una speculazione?»

Camici bianchi in rivolta

Per salvare dalla smobilitazione l’ospedale, sabato marceranno su Malcesine seicento poliomelitici di tutta Italia. Non si può parlare esattamente di blocco stradale «programmato», ma è evidente (e gli organizzatori ci contano) che tanti pullman e tanti veicoli davanti all’ospedale, si trasformeranno inevitabilmente nell’impraticabilità forzata della Gardesana Orientale, la strada che sfiora il centro ortopedico e il suo splendido parco a balcone sul lago. I motivi per cui è scattata la clamorosa mobilitazione li abbiamo ben elencati in un precedente servizio.In sintesi basterà ricordare che a far scattare la rivolta dei poliomelitici (ma non solo, come vedremo poi) è stata la decisione della regione Veneto di programmare a tappe forzate la chiusura di un ospedale che non solo è l’unico presidio sanitario nel medio lago orientale, ma è anche un centro di fama internazionale per l’ortopedia in genere ed in particolare per la cura delle patologie post-polio. Le tappe che portano al buio sono: 30 giugno 2003 riduzione a 73 letti, 31 dicembre 2003 riduzione a 40 posti, 30 giugno 2004 chiusua dell’ospedale. I primi a proclamare lo stato di agitazione sono stati i dirigenti dell’Associazione Interregionale Disabili Motori (quasi tutti poliomelitici), che rappresenta pazienti di tutta l’alta Italia e moltissimi trentini (il vicepresidente, uno dei più battaglieri, è l’architetto Adriano Piffer, di Trento). A ruota però sono subito arrivati i medici, tutto il personale e anche il consiglio comunale di Malcesine. Tutte queste forze saranno ben rappresentate nella grande manifestazione di sabato, promossa per le ore 15 e destinata a trasformarsi (salvo novità) in blocco della Gardesana. «Esprimiamo – si legge in una nota dei medici di Malcesine – il nostro totale disaccordo con il progetto di chiusura, che giudichiamo insensato. Intendiamo batterci seguendo ogni via legalmente praticabile per impedire che tale disegno arrivi a concretezza». E ancora: «Le liste di attesa sia ortopediche che fisiatriche sono ormai sature per molti mesi a venire e dimostrano l’alto grado di attrazione della nostra struttura, che garantisce anche la copertura delle emergenze territoriali, sia per la popolazione locale che per i turisti con plurimi servizi specialistici ambulatoriali».Di analogo tenore battagliero un documento firmato dai dipendenti, in tutto 150 (anche qui con la presenza di numerosi trentini). «Ricordiamo a tutti – si dice – che la gestione dell’ospedale è ampiamente in attivo, perchè attira fondi (circa il 50 per cento) provenienti dall’utilizzo della struttura da parte di distretti sanitari extraregionali».E che la partita sia grossa per almeno tre regioni lo conferma l’interessamento, con un’interrogazione al ministro, di Luigi Olivieri, deputato diessino trentino. «Si ha l’impressione – scrive – che la vera motivazione della chiusura sia da individuare nell’appetibilità edilizia-turistica del complesso ospedaliero».Se così è, la regione Veneto troverà pane per i suoi denti.

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