sabato, Gennaio 25, 2025
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In consiglio comunale la vicenda decennale dell’edificio a Muslone. Maggioranza spaccata Sindaco in difficoltà su una variazione nella destinazione d’uso

Casa Ughi, è «guerra» aperta

A Gargnano si è addirittura sfiorato il coinvolgimento della Procura della Repubblica in merito ad una vicenda edilizia che interessa il celebre violinista Uto Ughi. L’ipotesi, piovuta all’interno dell’ultimo Consiglio Comunale di Gargnano, è stata per il momento accantonata, seppure in coda ad un’animata discussione. La questione, riferita al cambio di destinazione d’uso di un edificio di proprietà dell’artista, nella panoramica frazione di Muslone, ha generato riflessi politici: la maggioranza, che sostiene il sindaco Gianfranco Scarpetta, si è spaccata e 5 consiglieri (Bignotti, Caldera, Bontempi, Pasini e Cesare Bortolotti) hanno votato assieme alla minoranza a favore della mozione presentata da Luciano Galloni, che chiedeva di rinviare ogni decisione ad una prossima assemblea, in attesa di maggiore chiarezza. La mozione è stata approvata con 10 voti contro 6. Infatti la discussione in Consiglio, anziché fare luce su una vicenda già di per sé complicata, l’ha resa ancora più aggrovigliata, sollevando ulteriori e pesanti interrogativi, dopo la ricostruzione ed i documenti esibiti da Marcello Festa, ex primo cittadino, in forza alla Lega Nord. La storia rimanda ad oltre 10 anni fa. «Nel 1995 – sostiene l’ex sindaco – Ughi chiese di costruire un porticato di 250 metri cubi, da adibire a ricovero attrezzi. In seguito questo venne chiuso ai lati, andando di conseguenza a creare un volume. Fu disposta una variante, trasformando la destinazione agricola del volume in questione ed assegnandole una destinazione culturale, per preparare concerti, ad esempio, ma non una destinazione a scopo residenziale. Il vincolo è imposto all’interno di una convenzione, firmata dallo stesso Uto Ughi». Per il sindaco Scarpetta ci sono aspetti poco chiari, a partire dalla considerazione «affatto secondaria che la convenzione di cui si parla e attorno alla quale ruota la vicenda, stipulata quando il sindaco era Marcello Festa, non è mai stata registrata e di questo ci chiediamo il perché? E traiamo la conseguenza che, senza registrazione, questa convenzione non ha valore. Si aggiunga che la normativa in materia è contraddittoria, per cui l’edificio di proprietà del maestro è stato censito così come è ed ha già una destinazione agricolo-residenziale. Per cui, sentiti il tecnico ed il legale, sarebbe addirittura superfluo il passaggio in Consiglio Comunale, per conferire una destinare residenziale all’edificio. Abbiamo portato la pratica in assemblea per scrupolo e chiarezza». La verità, per Marcello Festa, «è che la pratica non è limpida ed il maestro vuole vendere o forse ha già venduto l’edificio che, senza il vincolo culturale, vale senz’altro di più. Ci chiediamo anche quante volte l’ha utilizzata come sala di musica. Sostenere la necessità di una destinazione residenziale, per adibire l’edificio a sala alloggio per studenti, come è stato detto, è un discorso che scricchiola tantissimo». La faccenda è andata ulteriormente complicandosi quando Alberto Taboni ha esibito il regolamento edilizio, che vieta di variare la destinazione d’uso per un edificio condonato. Ma, a quanto è stato detto, in questo caso non sarebbero stati commessi abusi edilizi. Quanto al fatto che la convenzione non sia stata registrata a suo tempo, Galloni ha suggerito di provvedere adesso, seppure in ritardo. Non se ne parla neanche, ha tuonato Scarpetta «se la convenzione non è registrata, non ha alcun valore» ed ha concluso citando il parere del legale. Quanto agli aspetti tecnici della vicenda, attorno alla possibilità di assegnare una destinazione agricolo-culturale-residenziale dell’edificio, sindaco e minoranza si sono rivolti allo stesso tecnico, ma hanno portato in assemblea pareri opposti. Sbrogliare la questione, a questo punto, appare molto difficile.

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