Allarme inquinamento sul fiume Sarca, il principale immissario del lago di Garda. Domenica scorsa ampie chiazze di schiuma biancastra, avvistate sul corso d’acqua da alcuni pescatori, sono poi finite nel lago di Garda ad Arco. Sono in corso indagini per individuare i responsabili del danno ambientale. Tutte le ipotesi sono ancora al vaglio delle forze dell’ordine: l’origine delle sostanze potrebbe essere industriale, ma anche agricolo. Ieri vigili del fuoco e agenti di polizia municipale hanno effettuato sopralluoghi in alcune aziende produttive e hanno raccolto reperti che verranno confrontati con i campioni di acqua inquinata prelevati direttamente alla foce del fiume domenica. Entro una settimana si conoscerà l’esito degli esami del laboratorio chimico dell’Agenzia provinciale di protezione ambientale di Trento. I risultati sono attesi con una certa preoccupazione dalla comunità locale. Tutti ricordano i diversi incidenti simili capitati di recente. Il più grave, quello della notte tra il 16 e il 17 ottobre del 1997, con la fuoriuscita di cloro dagli impianti di depurazione in un acquedotto: il danno per il fiume e per una troticoltura della zona (morirono tutti i pesci) fu gravissimo. Nel settembre del 2001, invece, nel corso d’acqua finirono cinquanta ettolitri di nafta durante le operazioni di rifornimento di una lavanderia ad Arco. Non sono da sottovalutare nemmeno le chiazze rossastre che spesso vengono segnalate nel torrente Varone, un immissario minore del Benaco. Il suo bacino imbrifero è sede di alcune industrie. La scorsa estate, a un summit tra Provincia autonoma di Trento e Comune di Riva del Garda si decise di monitorare con maggior cura i vari immissari, dal Sarca a quelli più modesti. Domenica scorsa erano stati alcuni pescatori a notare le chiazze di schiuma. Hanno immediatamente dato l’allarme e sul luogo sono arrivati i carabinieri della compagnia di Riva del Garda, i vigili del fuoco e gli agenti di polizia municipale di Arco. Si è così fatto in tempo a prelevare i campioni di acqua inquinata ora al vaglio dei tecnici. Stefano Trenti, presidente dell´Associazione pescatori Basso Sarca ha denunciato alla stampa locale che quello di domenica non è un episodio isolato. «Spesso in passato alcuni nostri associati e gli stessi guardapesca che controllano costantemente il fiume, hanno notato chiazze biancastre. Aspettiamo con ansia l´esito delle analisi per decidere eventuali azioni civili o di denuncia penale nei confronti dei responsabili».
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E’ allarme inquinamento sull’immissario principale del Garda