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Il sindaco rivendica il controllo locale sulla grande porzione demaniale affidata al gestore del trasporto pubblico. Per Chincarini vanno riviste le regole e servono finanziamenti regionali

«Così l’area Navigarda non va»

Quasi 23 mila metri quadrati di area demaniale, in pieno centro storico, sono occupati dalla sede operativa della Navigarda e al Comune di Peschiera la cosa comincia a stare stretta. Il sindaco Umberto Chincarini, infatti, lancia un Sos alla Regione Veneto e ai vertici ministeriali: «Siamo l’unico paese sul lago di Garda ad avere questo vincolo dello Stato. Vorremmo che le servitù del nostro territorio, per le quali non vengono pagate imposte al Comune, come ad esempio anche l’ex carcere militare ora dismesso e lasciato lì a fare niente, fossero trasformate per lo meno in aree a servizio di tutto il lago e trasferite ad aziende più legate al territorio». L’area che Navigarda utilizza in esclusiva è località Marina, si affaccia sul lago nel punto dove nasce il Mincio. Punta Marina è collocata tra il lungolago Garibaldi e gli edifici della scuola di polizia. Da quei punti il cantiere della Navigarda è ben visibile; lungo l’insenatura del Mincio sono visibili i battelli ormeggiati. «L’area occupata da Navigarda, coperta da depositi, magazzini e officine per 4.500 metri quadri, ha una comodità unica per il lago: è attigua alla autostrada e alla ferrovia», continua Chincarini, «potrebbe essere punto di riferimento strategico, ad esempio con la creazione di un parcheggio scambiatore per autobus e autovetture». «Riusciamo a immaginare cosa vorrebbe dire spostare tanta utenza sull’acqua, invece che lasciarla al traffico della gardesana? Potrebbe essere una fortuna enorme», insiste il sindaco di Peschiera. Chincarini spiega che Navigarda occupa oltre a punta Marina anche il canale, la darsena, il molo, il faro e anche il molo del porto dove è situata la biglietteria. «Al porto», continua il sindaco, «sono ormeggiati due aliscafi orrendi, trasferiti lì perché il bacino di ormeggio è pieno, mentre a punta Marina si trovano due battelli di inizio secolo, lo Zanardelli e il Mincio: potrebbero almeno spostare queste due imbarcazioni bellissime nel porto al posto degli aliscafi, illuminarle e farle divenire luogo di visite guidate per scuole e turisti». «Poi c’è anche il problema dei rifiuti delle navi e del cantiere. Sulle navi non vengono separati e poi vengono gettati nei cassonetti del paese, svuotati dalla Serit, che fa pagare il servizio al Comune». Sottolinea Chincarini: «Servirebbe uno spazio per lo smaltimento rifiuti all’interno dell’area e Navigarda dovrebbe pagare il servizio. Ma quello che accade dentro non lo sappiamo, perché non ci possiamo mettere piede». Ed ecco una provocazione: «I Comuni per legge devono dotarsi di un piano di assetto territoriale di cinque anni. Anche Peschiera dovrà redigerlo e andrà approvato dalla Regione. Noi siamo disposti ad individuare l’area così come è, a patto che venga potenziata in funzione del trasporto pubblico, altrimenti potremmo destinarla ad altro». Il sindaco precisa: «Quanto può valere per un Comune un’area sul lago e in pieno paese di quelle dimensioni?». La questione è legata alle competenze territoriali: le fasce demaniali sono state trasferite dallo Stato alle Regioni, che a loro volta dal 2003 le hanno trasferite ai Comuni. «La legge è chiara», prosegue Chincarini, «l’area va trasferita al Comune e se l’Azienda che ha un gestore governativo non si trasforma, dovremo pensare a qualcos’altro». Ovvero, sempre secondo il sindaco, a un’ Azienda interregionale, con soci magari anche i Comuni: «La Lombardia ha già dato parere favorevole. Entro un mese voglio incontrare l’assessore regionale veneto alla mobilità e trasporti, Renato Chisso, e i parlamentari europei dell’Italia, per vedere dove trovare finanziamenti». «C’è poi un’altra cosa», puntualizza, «la Regione Veneto deve pensare a dare contributi anche per la navigazione pubblica sul Garda, considerato che nel 2005 ha finanziato l’Actv, l’azienda municipalizzata dei traghetti di Venezia, con 41 milioni 276 mila euro». La riforma della navigazione pubblica sembra essere tormentata. «Da qualche parte però bisognerà iniziare», conclude Chincarini, «i sindaci del lago hanno deciso che il primo passo dovrà essere il trasferimento della gestione dallo Stato a Regioni ed enti locali, solo così si potrà gettare la prima pietra per una nuova concezione del trasporto sul lago di Garda».

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