Dopo l’abbandono dei Comuni di Sirmione e Desenzano (preceduto, negli anni scorsi, da quello di diversi centri veronesi e seguito dal silenzio degli altri enti che ancora ne fanno parte), la Comunità del Garda trova un fedele alleato nel Comune di Riva del Garda. La giunta municipale della cittadina trentina e il sindaco Paolo Matteotti hanno infatti deciso di farsi portavoce delle istanze della Comunità, che in questi ultimi mesi sta vivendo di una profonda crisi d’identità alla luce del numero preoccupante di Comuni che si sono defilati. «L’attività svolta dalla Comunità – spiega Matteotti – resta fondamentale per coordinare tutta una serie di iniziative a carattere ambientale, turistico e culturale collegate al lago di Garda, che va inteso come soggetto unico, non frammentato da suddivisioni geografiche e provinciali, come hanno ben evidenziato da un lato il consigliere provinciale trentino Claudio Molinari e dall’altro il consigliere comunale di Riva Alessio De Mattia in un documento che è stato approvato all’unanimità nell’ultima seduta consiliare». In seguito a queste considerazioni la giunta rivana ha deciso di predisporre un documento che sarà inviato alla Provincia di Trento e a tutti i sindaci del lago per invitare le realtà amministrative benacensi ad elaborare proposte concrete per la riforma e il rinnovo dell’ente comunitario. L’Amministrazione di Riva condivide la validità delle motivazioni che hanno originato la costituzione della Comunità, «perché essa ha rappresentato finora l’unica sede in cui le molteplici volontà degli enti aderenti hanno avuto la possibilità di incontrarsi e armonizzarsi in maniera non discontinua né episodica». La Giunta rivana ha valutato positivamente le proposte approvate dall’assemblea generale della Comunità del Garda lo scorso 10 gennaio, ovvero la costituzione di una società interregionale per la gestione della navigazione pubblica, la creazione di un osservatorio turistico permanente per l’area benacense, l’organizzazione di un centro di indagine e di controllo coordinato sullo stato delle acque sia dal punto di vista qualitativo (biologico, chimico, fisico, ecc.) che quantitativo (livelli) e, non ultimo, la creazione di un servizio coordinato per la sicurezza in acqua e a terra. Per il sindaco rivano Matteotti ci sono però alcune priorità: «Le emergenze principali sono rappresentate da un lato dai livelli del lago, dall’altro dalla necessità di una verifica completa dei sistemi di depurazione in tutto il Garda per bloccare il lento degrado della qualità delle acque e garantire, anche in futuro, la salvaguardia dell’ecosistema lacustre». È quanto auspica lo stesso presidente della Comunità, Pino Mongiello, che in occasione della recente assemblea aveva lanciato un accorato appello: «Se la Comunità non riesce ad assumere una nuova funzione di ente gestore di servizi rischia di veder annullata la sua ragion d’essere».
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