domenica, Dicembre 10, 2023
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Dalla Nasa ok all’intitolazione: l’asteroide sarà «Cima Rest»

Il cor­po celeste, tra Marte e Giove, era sta­to scop­er­to dal grup­po degli astro­fili di Salò Per indi­vid­uar­lo era sta­to usato il potente tele­sco­pio del­l’osser­va­to­rio del­la Valvesti­no. L’osser­va­to­rio di Cima Rest in Valvesti­no Cima Rest è fini­ta in mez­zo alle stelle. Con il nome del­la cima garde­sana è sta­to infat­ti bat­tez­za­to l’as­teroide scop­er­to nel­l’aprile 2007 da Mario Ton­in­celli e Wladimiro Marinel­lo, uti­liz­zan­do il potente tele­sco­pio del­l’osser­va­to­rio di Cima Rest, a Tura­no, in Valvesti­no. La comu­ni­cazione è arriva­ta al grup­po degli Astro­fili di Salò dal Minor plan­et cen­ter di Har­vard, negli Sta­ti Uni­ti, e dal­la Nasa.GLI ASTEROIDI assomigliano a mas­si di mon­tagna. Si trat­ta di cor­pi mai aggre­gatisi in un piane­ta. Quel­lo ora denom­i­na­to «Cima Rest» ha un diametro di cir­ca sei chilometri. Viag­gia tra Marte e Giove, e fa parte del­la fas­cia prin­ci­pale. Dista tre unità astro­nomiche dal Sole, cir­ca 450 mil­ioni di chilometri; 300 mil­ioni dal­la Ter­ra. Una scop­er­ta che non ha un’im­por­tan­za di pri­mo piano, ma che ripa­ga gli appas­sion­ati garde­sani di tan­ti anni di lavoro. Lo han­no indi­vid­u­a­to dopo essere rimasti al tele­sco­pio per tre not­ti consecutive.MA NON È FINITA. Nel 2008 ne è sta­to scop­er­to un sec­on­do, (provvi­so­ri­a­mente denom­i­na­to Nz 3, del diametro di tre chilometri) e nel 2009 altri sei. Quan­do Mpc e Nasa avran­no dato il loro «ok», anche questi ricev­er­an­no un nome. Prob­a­bile vengano chia­mati come le varie local­ità del­la Valvesti­no. Che, se da un lato perde popo­lazione, dal­l’al­tra acquista fama «uni­ver­sale», entran­do nel­la gran vol­ta del cielo.Il grup­po di Salò (pres­i­dente Vir­ginio Spa­teri, seg­re­tario Anto­nio Stuc­chi) ha la sede in via Fan­toni, vici­no alla e all’Ate­neo, aper­ta il giovedì dalle 15 alle 18. I soci han­no lavo­ra­to dura­mente per alle­stire l’osser­va­to­rio di cima Rest (dai muri alle attrez­za­ture), con annes­sa foresteria.La ha con­ces­so buona parte dei finanzi­a­men­ti, facen­do rien­trare l’in­ter­ven­to in un prog­et­to di val­oriz­zazione del­la Valvesti­no. L’o­bi­et­ti­vo: rispettare la natu­ra, pro­muo­vere un rap­por­to sci­en­tifi­co-cul­tur­ale con l’am­bi­ente ed evitare l’in­quina­men­to di tipo lumi­noso. I condi­ret­tori sono Pietro Men­ga e Mario Ton­in­celli. Due i tele­scopi in fun­zione. Quel­lo prin­ci­pale, un New­ton F5, del diametro di mez­zo metro (20 pol­li­ci), viene uti­liz­za­to dagli esper­ti. Il Cen­tro rac­col­ta dati di Har­vard lo ha riconosci­u­to uffi­cial­mente, dan­dogli la sigla B 11. Pesa la bellez­za di 32 quin­tali, ha il pun­ta­men­to com­put­er­iz­za­to stazion­a­to in cupo­la, e la mas­sa (2.8 ton­nel­late) è ben oltre la media degli stru­men­ti di queste dimen­sioni. La tes­ta girev­ole con­sente di osser­vare ogni posizione. Cam­po reale di piena luce: 14 mil­limetri.

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