giovedì, Maggio 2, 2024
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In località Campagnola si è essiccata soprattutto la parte verso riva. Usato un diserbante?

Denuncia della Lipu. Spellato il canneto nel lago

Canneto devastato. E non è la prima volta. Forse una mano nemica dell’ambiente ha versato in riva al lago una buona dose di diserbante, che ha quasi totalmente «spellato» il rigoglioso canneto che da anni vive nella zona antistante l’albergo Campagnola, nell’omonima località, fra Cisano e Bardolino. Lo spettacolo che ora si presenta dinanzi agli occhi è desolante. La grande macchia di canneto lacustre è quasi totalmente essicata, come se sulla zona fosse esplosa una bomba al Napalm o ci fosse stata una grande fiammata. La parte più colpita è ovviamente quella più vicina alla riva, mentre la parte più avanzata verso il centro del lago è ancora sufficentemente verde e più rigogliosa. Sulla sponda una grande ammucchiata di fogliame di canna. L’acqua è torbida e melmosa, segno inequivocabile della putrefazione delle foglie di canna acquatica. Molto più verde, alto e rigoglioso il canneto prospicente il lido di Cisano. Là, infatti, non sembra assolutamente siano intervenuti agenti o azioni tali da eliminare la flora lacustre. A dare l’allarme è stato il delegato regionale della LIPU (Lega italiana protezione uccelli), Francesco Di Grazia. «Noi nei giorni scorsi abbiamo visto materialmente appassire, e con celerità, il canneto», spiega. «Lì abbiamo annusato il classico odore chimico del diserbante, anche se devo dire che non abbiamo prove che sia stato effettivamente sparso né possiamo fare ipotesi su chi eventualmente abbia perpetrato questa orrenda azione di inquinamento». «Proprio fra quei canneti», continua, «vivono moltissime anatre con le loro giovanissime covate. Ci sono cannaiole, folaghe e persino cigni. Ma quello che più conta, oltre allo scempio ambientale ed ecologico, è che quest’azione può essere o divenire pericolosa per l’uomo». La zona è ambientalmente protetta ed è vietata la balneazione. Ci sono ben visibili i cartelli di divieto collocati dal Comune. «C’è bisogno di una vigilanza assidua e frequente», aggiunge Di Grazia, «e gli autori di questi scempi vanno sanzionati pesantemente. Noi stiamo valutando l’opportunità di denunciare il fatto al Corpo forestale dello Stato e, se occorre, alla magistratura. È ora e tempo che anche il Garda abbia una seria tutela, sia per chi ci vive tutto l’anno che per i turisti. Non siamo più disposti a chiudere un occhio, vogliamo la tutela della flora e della fauna lacustre». Quello che è certo che le anatre in questi giorni non nuotano più nell’acqua con la loro prole ma si sono, per così dire, rifugiate a riva. Da dove non si muovono. Anche le folaghe sono migrate in altre zone del lago, soprattutto verso Cisano. Dei cigni poi neanche l’ombra. Forse hanno capito che c’è qualcosa che non va.

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