lunedì, Aprile 29, 2024
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A conclusione delle celebrazioni per il decennale della morte del poeta e paroliere gardesano d’adozione Amava così tanto il lago che aveva deciso di vivere qui e di dedicargli delle canzoni

Una targa a Milano per ricordare Beretta

A dieci anni dalla scomparsa di Luciano Beretta, avvenuta l’11 gennaio 1994 all’ospedale di Caprino all’età di 64 anni, e a conclusione delle celebrazioni – che hanno avuto il loro apice in una serata indimenticabile dedicata al celebre musicista, paroliere e poeta lombardo – a Milano è stata apposta una targa marmorea commemorativa in via Garigliano 3. Nel quartiere Isola, dove Beretta è nato e dove ha trascorso la sua gioventù. Milanese di nascita ma gardesano d’adozione, Beretta ha tanto amato il nostro lago al punto di scegliere Garda come abitazione. Ha scritto anche «Lago di Garda gioiello d’Italy», una serie di canzoni che raccontano la gente e i luoghi del Benaco. Lui stesso era d’altro canto solito dire, in tono scherzoso, «rimango a Garda e frequento il bar alla Speranza, perché questa è l’ultima a morire». Pupillo e allievo di Giovanni Barrella, Beretta è stato anche primo ballerino e mimo al Teatro alla Scala, e per ben cinque anni ha vestito i panni del «Meneghino», la maschera di Milano. Della sua città ha raccontato con grande passione, intelligenza e generosità la vita e l’amore, la gioia e il dolore, dedicandole stupende poesie in lingua milanese. Prima fra tutte, e gioiello tra i gioielli, «La mamma de la prima ballerina». Oltre a canzoni tuttora utilizzate da cantanti, attori e cabarettisti, raccolte nel doppio album «C’era tutta Milano». Un’opera che gli è valsa il Premio della critica discografica italiana . Come autore ha contribuito a fare grande la musica leggera italiana. È stato, infatti, il paroliere di fiducia di Adriano Celentano. Cantante per il quale ha scritto i testi di grandissimi successi, tra i quali «Il ragazzo della via Gluck», «Chi non lavora non fa l’amore», «Una carezza in un pugno», «Svalutation», «Mondo in Mi7», «La coppia più bella del mondo» e molte altre. I suoi testi hanno però portato al successo anche altri cantanti, come Caterina Caselli («Nessuno mi può giudicare»), I Ribelli di Demetrio Stratos («Pugni chiusi»), Tony Renis («Tenerezza»), Ornella Vanoni («Anonimo veneziano» e «C’è una ragione di più»), Milva («Tango italiano»), Fausto Leali («Un’ora fa») e moltissimi altri. La sua produzione comprende d’altro canto più di duemila titoli, che, lo si può ben dire, hanno arricchito la colonna sonora della nostra vita. Da ricordare, infine, i numerosissimi premi assegnati a Beretta, tra i quali l’Ambrogino d’oro, il Premio Giovanni D’Anzi come benemerito della cultura milanese e il Telegatto consegnatogli in Eurovisione nel corso dello «Zecchino d’oro» per gli oltre trent’anni di collaborazione con l’Antoniano.

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