venerdì, Dicembre 8, 2023
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Una targa a Milano per ricordare Beretta

A dieci anni dal­la scom­parsa di Luciano Beretta, avvenu­ta l’11 gen­naio 1994 all’ospedale di Capri­no all’età di 64 anni, e a con­clu­sione delle cel­e­brazioni — che han­no avu­to il loro apice in una ser­a­ta indi­men­ti­ca­bile ded­i­ca­ta al cele­bre musicista, paroliere e poeta lom­bar­do — a è sta­ta appos­ta una tar­ga mar­morea com­mem­o­ra­ti­va in via Garigliano 3. Nel quartiere Iso­la, dove Beretta è nato e dove ha trascor­so la sua gioven­tù. Milanese di nasci­ta ma garde­sano d’adozione, Beretta ha tan­to ama­to il nos­tro lago al pun­to di scegliere Gar­da come abitazione. Ha scrit­to anche « gioiel­lo d’I­taly», una serie di can­zoni che rac­con­tano la gente e i luoghi del Bena­co. Lui stes­so era d’al­tro can­to soli­to dire, in tono scher­zoso, «riman­go a Gar­da e fre­quen­to il bar alla Sper­an­za, per­ché ques­ta è l’ul­ti­ma a morire». Pupil­lo e allie­vo di Gio­van­ni Bar­rel­la, Beretta è sta­to anche pri­mo bal­leri­no e mimo al Teatro alla Scala, e per ben cinque anni ha vesti­to i pan­ni del «Menegh­i­no», la maschera di Milano. Del­la sua cit­tà ha rac­con­ta­to con grande pas­sione, intel­li­gen­za e gen­erosità la vita e l’amore, la gioia e il dolore, ded­i­can­dole stu­pende poe­sie in lin­gua milanese. Pri­ma fra tutte, e gioiel­lo tra i gioiel­li, «La mam­ma de la pri­ma bal­le­ri­na». Oltre a can­zoni tut­to­ra uti­liz­zate da can­tan­ti, attori e cabaret­tisti, rac­colte nel doppio album «C’era tut­ta Milano». Un’­opera che gli è val­sa il Pre­mio del­la crit­i­ca discografi­ca ital­iana . Come autore ha con­tribuito a fare grande la musi­ca leg­gera ital­iana. È sta­to, infat­ti, il paroliere di fidu­cia di Adri­ano Celen­tano. Can­tante per il quale ha scrit­to i testi di gran­dis­si­mi suc­ces­si, tra i quali «Il ragaz­zo del­la via Gluck», «Chi non lavo­ra non fa l’amore», «Una carez­za in un pug­no», «Sva­l­u­ta­tion», «Mon­do in Mi7», «La cop­pia più bel­la del mon­do» e molte altre. I suoi testi han­no però por­ta­to al suc­ces­so anche altri can­tan­ti, come Cate­ri­na Casel­li («Nes­suno mi può giu­di­care»), I Ribel­li di Demetrio Stratos («Pug­ni chiusi»), Tony Renis («Tenerez­za»), Ornel­la Vanoni («Anon­i­mo veneziano» e «C’è una ragione di più»), Mil­va («Tan­go ital­iano»), Faus­to Leali («Un’o­ra fa») e moltissi­mi altri. La sua pro­duzione com­prende d’al­tro can­to più di duemi­la titoli, che, lo si può ben dire, han­no arric­chi­to la colon­na sono­ra del­la nos­tra vita. Da ricor­dare, infine, i numero­sis­si­mi pre­mi asseg­nati a Beretta, tra i quali l’Am­brogi­no d’oro, il Pre­mio Gio­van­ni D’Anzi come ben­e­mer­i­to del­la cul­tura milanese e il Tel­egat­to con­seg­natogli in Euro­vi­sione nel cor­so del­lo «Zecchi­no d’oro» per gli oltre tren­t’an­ni di col­lab­o­razione con l’An­to­ni­ano.

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