venerdì, Maggio 3, 2024
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La dogana veneta verrà restaurata in tempi ragionevoli e ritornerà ad essere il più bel monumento della riviera veronese del Garda

Dogana veneta Piano di restauro all’esame della commissione

La dogana veneta verrà restaurata in tempi ragionevoli e ritornerà ad essere il più bel monumento della riviera veronese del Garda. Non è campanilismo, ma una constatazione più volte sottolineata anche dai più importanti critici e storici di architettura medievale. Lo conferma pure il professor Vittorio Bozzini, più volte sindaco di Lazise, che negli anni sessanta vinse contro lo Stato la contesa per riappropriarsi dell’immobile. Oltre ad essere stata dogana sotto il dominio della Serenissima, con accesso diretto dei natanti dal lago, la struttura divenne, sotto il dominio fascista, casa del fascio, e per questo titolo era poi passata in capo al patrimonio dello Stato; nel dopoguerra fu dopolavoro, ossia una sorta di circolo ricreativo con bar annesso. Dopo l’incameramento nel patrimonio immobiliare del Comune di Lazise si prese la decisione di ristrutturarla, lasciando, per quanto possibile, intatta la fisionomia e la struttura dell’edificio. Il progetto fu realizzato dall’architetto Giovanni Frascari che intese rinnovare pavimentazione, installare porte di accesso dalla parte della chiesetta di San Nicolò, rifare il tetto con travatura in legno a vista, realizzare le vetrate a lago con le uscite-entrate sotto il porticato con le volte. Ora l’amministrazione ha inteso recepire il progetto proposto da un’ équipe di architetti e sottoporre l’elaborato alla commissione edilizia, che in via preventiva e con alcune sottolineature ha inteso adottarlo. La nuova fisionomia della dogana veneta dovrebbe essere la seguente: all’esterno unica modifica la riapertura della grande porta ad arco che consente l’accesso diretto alla dogana dal monumento ai caduti. La vetrata anteriore dovrebbe essere abbattuta e riposizionata alle arcate. Così facendo si recupera tutto lo spazio ora aperto. La pavimentazione dovrebbe essere riposizionata su un unico livello, e la zona a ridosso di San Nicolò utilizzata per la realizzazione dei servizi igienici, poi ricoperti con un arredamento a guisa di gradinata per il pubblico, e la realizzazione della centrale termica con una zona guardaroba e magazzino. L’impianto di condizionamento sarà realizzato con una progettazione ad hoc. Il suo utilizzo quindi, come centro congressi, non avrà più una posizionatura a sud del salone per il tavolo di presidenza, ma avrà una ubicazione est-ovest, con zona congressi a ridosso del lago. Una specifica obiezione sulle linee portanti del progetto è stata avanzata in commissione edilizia dall’ex sindaco Giacomino Scienza, il quale ha ribadito la necessità di recuperare la dogana, ma lasciandola però intatta. In particolare, lo stesso consigliere Scienza ha chiesto che, nel contesto del piano di recupero, venga ripristinato l’antico portico esistente nel secolo scorso, a ridosso della chiesetta di San Nicolò. La struttura è stata abbattuta ai tempi del Fontana per evitare che in quel luogo trovassero posto mendicanti e sbandati. Sotto il porticato, nelle prime ore della mattinata, aveva luogo la contrattazione del pescato. Una sorta di mercato ittico riparato vicinissimo al porto. Sergio Bazerla

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