«I Comuni di Brenzone e San Zeno rivogliono la gestione diretta dell’impianto funiviario di Prada. È un passaggio indispensabile per poter fare gli investimenti necessari a rilanciarla. Se la società Monte Baldo- Garda non ci restituirà la gestione di quanto di nostra proprietà, saremo costretti ad arrivare a uno scontro legale».Le parole, durissime nei toni e nei contenuti, sono di Rinaldo Sartori. L’avvocato, che è sindaco di Brenzone, non usa mezzi termini poichè «finora non sono andati a buon fine i tentativi di accordo bonario per la restituzione degli impianti di Prada».«Da mesi», proseguono da Brenzone, «è in corso uno scambio di lettere e sono stati fatti incontri con la Monte Baldo – Garda che, purtroppo, non sta affatto collaborando con i nostri due Comuni. Questo è un fatto gravissimo oltre che penalizzante dato che, entro gennaio del 2010, dovremo formulare progetti di investimento per la sostituzione integrale degli impianti di Prada».Ma che succede sul Baldo nella gestione della funivia di proprietà al 50 per cento del Comune di Brenzone e, per l’altro 50, di San Zeno? I due Comuni avevano rinnovato il consiglio di amministrazione della Prada Costabella srl, mettendo al vertice, in modo condiviso, il presidente, Gianfranco Bortolussi. Gli impianti a fune, però, sono gestiti dalla Scarl (Società consortile a responsabilità limitata) Monte Baldo- Garda, in virtù di un contratto stipulato da precedenti amministrazioni comunali dei due paesi.Però ora la linea dei due Comuni è cambiata: serve la collaborazione economica e gestionale della società che manda avanti la Funivia di Malcesine in modo di potere «ottenere i finanziamenti necessari alla sostituzione integrale degli impianti». Di qui la nomina di Bortolussi, già direttore della Funivia di Malcesine e «trait d’union» tra i due impianti verso la creazione di un unica società. Ottenuta in estate, grazie all’assessore provinciale Gualtiero Mazzi, la proroga della «vita tecnica» dell’impianto di Prada fino ad agosto 2010, Brenzone e San Zeno si sono ritrovati a dover programmare la sostituzione integrale dell’impianto e a dover presentare, entro gennaio 2010, il progetto. Per farlo serviranno non meno di 8 o 9 milioni di euro, impossibili da avere per i due centri senza l’appoggio di finanziamenti da parte di altri enti quali ad esempio la Camera di Commercio, la Provincia di Verona o la stessa Funivia di Malcesine.«Da un primo studio affidato alla Società Wings di Rovereto», ha scritto pochi giorni fa il presidente Bortolussi, «sembrava che, avendo effettuato 5 anni fa una revisione generale, fosse possibile ottenere un prolungamento della vita tecnica con ulteriori interventi sulle parti da poco sostituite. Invece, è stato oggi confermato che i progetti di ricostruzione degli impianti, per l’ottenimento del nulla osta tecnico in conformità alla normativa vigente, devono essere redatti con il completo adeguamento alla normativa in vigore al momento della scadenza della vita tecnica. Ciò significa che gli impianti dovranno essere completamente rinnovati».Di qui la decisione di «liberarsi» della Scarl Monte Baldo- Garda per mantenere, oltre alla proprietà degli impianti, anche la gestione diretta degli stessi. «E’ indispensabile», ha proseguito Sartori, «poichè, da contatti avuti col presidente della Funivia di Malcesine, Giuseppe Venturini, “risulta non praticabile la via di ottenere finanziamenti e fare investimenti se non prima si sia, oltre che proprietari, anche gestori dell’impianto». Sartori conclude: «Oltre a questa brutta grana, sto aspettando una mano concreta dal sottosegretario Aldo Brancher, dal sindaco di Garda, Davide Bendinelli, e dallo stesso Venturini che, al nostro assessore Paolo Formaggioni, hanno promesso aiuto dal punto di vista politico per trovare i finanziamenti per gli impianti di Prada. Finora solo l’assessore provinciale Ruggero Pozzani ci sta aiutando».
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Il sindaco Sartori: «Dobbiamo rinnovare gli impianti, 9 milioni di spesa, impossibili da reggere se non saremo proprietari»