domenica, Maggio 5, 2024
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E’ passato nelle mani di Giorgio Tommasi lo scettro del Consorzio di tutela del Custoza doc

Il Consorzio di tutela del Custoza doc, quarta doc italiana per produzione tra i vini bianchi, trova nella persona di Giorgio Tommasi il nuovo presidente.

Una staffetta in cui il passaggio del testimone lascia tutti con il fiato spospeso, così si è presentata ieri la cerimonia organizzata per far conoscere a tutti il nuovo presidente del Consorzio di tutela del Custoza doc. Carlo Nerozzi, a causa di altri impregni, ha lasciato il proprio posto a Giorgio Tommasi, un viticoltore con una lunga tradizione famigliare alle spalle che conduce un’azienda agricola con vigneti a Sandrà e Lazise.

Giorgio Tommasi, grazie alla propria conoscenza ed esperienza, riveste ad oggi una doppia carica, infatti oltre a questa neo elezione è presidente da oltre cinque anni anche del Consorzio di tutela del Bardolino. Inoltre è prossimo ad entrare come consigliere in Federdoc, la Federazione dei Consorzi a tutela delle doc italiane, al posto di Luciano Piona anch’egli membro del consiglio di amministrazione del Custoza.

giorgio tommasi - presidente consorzio tutela vino custoza - foto paola giagulli

 

La strategia del Custoza – dice Tommasi – è semplice: puntare ad una qualità sempre più elevata, partendo da una base che è già buona, e far sì che il vino trovi una maggiore identità, concentrandoci sui nostri tratti caratterizzanti: la piacevolezza di beva, l’abbinabilità con la cucina, la leggerezza e la delicata aromaticità, la freschezza tipica dei suoli delle colline moreniche che stanno tra la città di Verona e il lago di Garda. Qualità e identità sono le nostre parole d’ordine”.

La caratterista che rende così particolare ed amato il Custoza e che lo differenzia dalle altre doc dipende dal fatto che nasce dal sapiente mix di varie uve, fra le quali spiccano quelle autoctone, la Garganega, il Trebbianello e la Bianca Fernanda. Ricordiamo che è costituito da 70 cantine, circa 500 vignaioli, 1200 ettari di vigneto specializzato, ed ha una produzione di 12 milioni di bottiglie annue. “È sulla valorizzazione dei caratteri distintivi di queste uve che ci possiamo e dobbiamo focalizzare sempre di più” spiega il presidente del Consorzio.

Intanto, il Consorzio di tutela del Custoza ha ricevuto dal ministero delle Politiche agricole l’incarico per la tutela e la promozione della denominazione “erga omnes”, ossia in rappresentanza anche delle aziende che imbottigliano il vino della doc senza essere socie dell’ente consortile. “In realtà – annota Tommasi – il riconoscimento dell’erga omnes era quasi scontato, visto che i soci del Consorzio di tutela producono circa il 90% del totale delle uve dell’area: si tratta di uno dei livelli di rappresentatività più alti d’Italia”.

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