Il raccolto 2003 dell’oliva nella Busa è a rischio per l’eccezionale perdurare della siccità: da maggio non piove, e gli sporadici episodi temporaleschi non sono bastati ad abbeverare la terra. L’allarme riguarda soprattutto le zone collinari, Brione, Roncaglie, Romarzollo, l’olivaia di Arco, e la gravità è inversamente proporzionale alla quantità di terra in cui le piante affondano le radici.Franco Michelotti, tecnico dell’Istituto agrario di san Michele, conviene sulla gravità dello stress cui sono sottoposte le piante che dopo una primavera incoraggiante non vegetano più, ma non azzarda previsioni sulla raccolta: «L’olivo ha capacità di recupero che possono apparire prodigiose: se nei prossimi giorni dovesse piovere seriamente, ci sono ancora buone probabilità di ripresa». Certo il caldo dei mesi scorsi ha accelerato il processo di maturazione, tanto che le drupe appaiono ormai colorate, con tre-quattro settimane di anticipo: e questo non va bene. Più avanzata è la maturazione e minore resta la possibilità d’un recupero. Per Paolo Zucchelli, proprietario di circa 200 olivi sul Brione, la situazione è decisamente grave, tanto da suggerirgli l’opportunità di sollecitare qualche tipo di intervento da parte del Comune, anche considerando la valenza ambientale dell’oliveto. In sostanza si tratterebbe di utilizzare per un po’ di viaggi le autopompe dei vigili del Fuoco per portare acqua in quota. «Il consorzio degli olivicoltori del Brione, in previsione d’una possibile siccità, aveva avviato lo scavo d’un pozzo, nelle vicinanze del vivaio Omezzolli. A 12 metri di profondità la trivella ha trovato la roccia, ed il progetto è fermo in attesa che un geologo indichi un posto adatto per raggiungere la falda, intorno ai 20, 25 metri. L’acqua dal pozzo sarebbe stata poi pompata in quota per irrigare le coltivazioni». L’oliva di quest’anno, secondo Zucchelli, è ormai persa: i frutti appaiono maturi, ma senza polpa, pelle ed ossa. Dovesse venire un temporalone con forti raffiche di vento, finirebbero tutti a terra. Ma l’emergenza investe ormai l’anno prossimo: l’arresto del processo vegetativo, causato dall’assoluta mancanza di acqua, potrebbe avere riflessi negativi anche sulle annate venture. La crisi non risparmia Casa Mia: all’istituto sono rimaste 5-600 piante, in condizioni non buone. Nella parte bassa del monte, dov’è stato possibile irrigare, le cose vanno invece bene: nella proprietà Zanoni, ad esempio, le olive sono grosse, numerose e quasi mature grazie a più di 10 mila litri di acqua irrorati, parte al piede parte a pioggia, con una processione di cisterne trainate dal trattore. Nel 2001 la Busa ha prodotto 12.500 quintali d’oliva, nel 2002 il raccolto s’è arrestato a 7000.
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Paolo Zucchelli intende sollecitare un intervento del Comune: acqua in quota sul Brione con le autopompe dei pompieri. La maturazione è ormai ultimata, ma non c'è polpa intorno all'osso