giovedì, Aprile 25, 2024
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La Finanza sequestra 427 modelli «plagiati». Avrebbero fatto incassare milioni

Expo: brevetti ignorati, denunciati 22 operatori

Copiate di sana pianta da un’azienda italiana, senza nessun rispetto nè per il brevetto, nè per la ricerca e gli investimenti che quell’azienda aveva fatto per dotare le suole di una gomma innovativa e rivoluzionaria. Ma la storia di queste scarpe «plagiate» e messe illegalmente in commercio s’è fermata a Riva, dove la Guardia di finanza, all’Expo Schuh, ne ha sequestrate 427 modelli in un solo colpo.E non c’è stato solo il sequestro di questi modelli di scarpe da bambino illegalmente portati in fiera per introdurne poi – a contratti firmati – migliaia di esemplari sul mercato internazionale (ovviamente a prezzo stracciato). Gli uomini della Guardia di Finanza di Riva, coordinati dal maresciallo Tomaso Fraccascia e in continuo contatto con il comando trentino, dopo tre giorni di accurati controlli in oltre venti stand, hanno chiuso la prima parte delle indagini denunciando 22 persone di nazionalità diverse. I loro nomi sono stati segnalati in un rapporto al Procuratore della Repubblica di Rovereto dottor Pavone: dovranno rispondere della violazione delle leggi che tutelano i brevetti. Le persone denunciate sono i rappresentanti in Expo Schuh delle società di commercializzazione delle scarpe illegali. Si tratta per lo più di ditte localizzate a Taiwan, ma non mancano responsabili di altre nazionalità: italiani, cinesi, inglesi, francesi, belgi, indonesiani, olandesi, tedeschi. Per il momento, dunque, a Riva sono state individuate le società a cui faceva capo la commercializzazione su scala mondiale delle scarpe poste sotto sequestro. Ora la Guardia di Finanza è già a lavoro per risalire la filiera distributiva dei prodotti, fino all’individuazione di quelle aziende – e i sospetti sono tutti indirizzati all’Oriente asiatico – che hanno prodotto i modelli incriminati copiandoli di sana pianta e che sicuramente hanno già i magazzini pieni per procedere alle forniture. E’ stato calcolato che se la Guardia di Finanza non fosse intervenuta all’Expo Schuh, i 427 modelli sequestrati avrebbero assicurato un volume d’affari da un milione e mezzo di euro alle ditte impegnate in questo commercio contraffatto. Viceversa la concorrenza onesta, prima di tutto ovviamente l’impresa calzaturiera italiana proprietaria del brevetto, ci avrebbe rimesso qualcosa come 5-6milioni di euro.Del resto era stata proprio questa impresa danneggiata a segnalare alla Finanza, con un preciso esposto, la situazione di concorrenza sleale che aveva subodorato. I successivi controlli sono poi stati eseguiti dalle Fiamme Gialle senza dare nell’occhio e soprattutto senza arrecare alcun intralcio all’importante vetrina internazionale rappresentata da Expo Schuh. I finanzieri hanno agito in borghese e con la massima disponibilità degli organizzatori, ovviamente contenti non solo di collaborare a delle indagini di polizia economica che hanno pochi precedenti in Italia (e nessuno in Trentino), ma anche di tutelare l’immagine della fiera e i suoi espositori corretti da frange di imprenditori senza scrupoli, che invece approfittano della spinta all’innovazione di altri, ponendosi in tal modo al di fuori della legalità.Il controllo a tappeto avvenuto alla fiera di Riva sarà sicuramente l’argomento del giorno nel mondo dei produttori occidentali, e non solo nel settore della calzatura. Il problema della difesa della creatività, dei marchi e dei brevetti è molto sentito in tutti i settori ed è uno degli argomenti in discussione anche nella comunità europea. L’indice è particolarmente puntato, come abbiamo detto, contro i produttori asiatici che già sono avvantaggiati da costi di manodopera ridottissimi (un decimo della media europea) e che possono ancor più danneggiare le aziende occidentali, se tendono troppo spesso – come è dimostrato dai fatti – anche a farsi letteralmente un baffo dei diritti di brevetto. L’operazione della Finanza di Riva non è servita solo a ristabilire la giusta legalità, ma anche a tutelare i posti di lavoro italiani nel settore della scarpa e la competitività generale del Paese.

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