Di festival musicali è pieno il mondo. E’ piena l’Italia, soprattutto. C’era bisogno anche del Festival di Tremosine? Alla luce di una riflessione seria e non solamente speculativa, la risposta non può che essere “sì”. Senza dubbio “sì”. Questa nuova rassegna, che raccoglie l’eredità degli Itinerari musicali a Tremosine – positiva esperienza che in cinque edizioni ha svolto un prezioso lavoro di semina, foraggiando il terreno e creando un humus favorevole – nasce infatti allo scopo di istituzionalizzare, o meglio, di rendere più organica, ragionata e aggrappata alla cultura locale la precedente manifestazione. Troppo spesso i festival si fondano su principi pretestuosi, artificiosi, oppure si basano su vincoli tematici talmente stretti da strozzare le possibilità di sviluppo del progetto. In tal caso si è ritenuto opportuno procedere lungo il solco tracciato dagli Itinerari, quello della musica antica, legando però il festival a un personaggio legato a Tremosine che si è fatto onore a livello internazionale tanto da diventare un capo-scuola. Si tratta del violoncellista Felice Luscia, musicista che ha coniugato l’eccezionale talento artistico con il rigore, la severità (con se stesso e con gli altri) e il pragmatismo. A lui è intitolata la rassegna, che da ora in avanti si propone una significativa presenza del violoncello (in tutte le sue forme ed espressioni) nel proprio cartellone. Una presenza comunque garbata, non tale da rappresentare un cappio per una manifestazione che intende riaffermare il principio della libertà nell’arte come il bene più prezioso e più alto. D’altro canto, raccogliendo anche in tal caso l’esperienza degli Itinerari, il festival si pone come obiettivo la valorizzazione di una collana di preziose architetture sacre, chiese e santuari che formano un patrimonio d’arte e cultura degno di diffusione. Questi spazi, essendo il territorio sprovvisto di teatri o di apposite sale da concerto, diventano ideali contenitori di musica purché le scelte, stilistiche e di repertorio, siano pertinenti al luogo. Anche in ragione di ciò la musica antica rappresenta un’ottima opportunità ma le scelte specifiche sono state operate anche alla luce delle caratteristiche fisico-acustiche delle singole strutture e dei sussidi presenti nelle stesse. A quest’ultima categoria appartiene il delizioso organo Callido della parrocchiale di Vesio, che nel concerto inaugurale sposerà la sua voce con quelle di soprano e tenore. La famosa voce del sopranista Achille Manzotti si dipanerà invece sotto le volte della chiesa di Sant’Ercolano a Campione, mentre si grande suggestione si preannuncia la proposta delle Cantigas de Sancta Maria, abbinate a Laudi italiane del Trecento, nell’eremo di San Michele. E perfetta dovrebbe rivelarsi l’acustica delle parrocchiali di Voltino e di Pieve per ospitare i due gruppi strumentali che chiudono la rassegna. Un percorso che, sfruttando la meravigliosa sinergia tra architettura e musica, consente a Tremosine di qualificarsi e rappresentarsi al meglio anche verso quel pubblico di turisti che sceglie questa incantevoli località per il proprio relax e godimento personale.
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Questa nuova rassegna, che raccoglie l’eredità degli Itinerari musicali
Festival di Musica Antica di Tremosine “Felice Luscia”
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